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L'unione sarda. «Qua c'è aria di vittoria»

I commenti di consiglieri e parlamentari che stanno col leader Diana: «Buona proposta di governo». Lai: «L'Isola darà risposte»

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La nomenclatura Pd è tutta lì, in prima fila, a tifare Bersani. Perché i democratici di Sardegna non vogliono altro leader all'infuori del segretario nazionale. Euforia da ultima curva, domenica si aprono i seggi delle primarie. E Giampaolo Diana, capogruppo in Consiglio regionale, già strizza l'occhio alla buona sorte: «Sento l'aria frizzante, io dico che vinciamo».
PRIMA CERTEZZA L'ora tarda (sono quasi le 20) manda in soffitta il rituale degli abbracci. Ma l'entusiasmo dei big sembra un anello di congiunzione tra passato e futuro. «Bersani - osserva Diana - è l'unico capace di fare sintesi nel centrosinistra. E vuol dire togliere il Paese dalle paludi di una crisi pesantissima». Il capogruppo vede già il traguardo: «Con Prodi al governo anche la Sardegna cominciò a fronteggiare i suoi atavici problemi. Noi l'accordo bilaterale con l'Enel l'avevamo fatto, ma le destre non sono state capaci di dare continuità al rilancio».
IL SEGRETARIO Come un'ombra, per tutto il giorno, Silvio Lai ha seguito Bersani. «La Sardegna è sicura che tu sarai un grande presidente del Consiglio. La nostra speranza è che le Politiche facciano cadere anche questo governo regionale che sta uccidendo l'Isola».
I PARLAMENTARI A Roma torneranno oggi, deputati e senatori. A cominciare da Paolo Fadda, l'inquilino di Montecitorio che aspetta Bersani fuori dal teatro: «Non ci può essere agenda politica senza la priorità del lavoro». Il senatore Francesco Sanna pesa il valore delle primarie: «Il Pd ha lanciato una sfida al Paese, nel momento di maggiore distacco tra cittadini e politica. La mossa, però, si è rivelata azzeccata. La regola dello Statuto che consegnava la premiership al segretario nazionale, andava bene in tempi ordinari. Ma questo è momento straordinario». Il deputato gallurese Giulio Calvisi non si perde in previsioni: «Per Bersani le primarie sono una festa di popolo che porta alla vittoria finale».
IL RINNOVAMENTO Francesca Barracciu non vede tabù nella fede bersaniana. «La parola rottamazione - dice la consigliera regionale - non mi è mai piaciuta. Ma che la classe dirigente debba cambiare, è un punto saldo anche per il nostro segretario». Marco Meloni, altro democratico della massima assemblea sarda, a Bersani riconosce un doppio merito: «Sa parlare al disagio e guidare il Paese». Un po' quello che pensa Tore Cherchi, presidente della Provincia del Sulcis: «Il nostro segretario ha statura politica e cultura di governo». Per Cristiano Erriu, presidente dell'Anci, ieri era la vigilia della protesta in piazza del Carmine: «Non ne possiamo più di tagli e vincoli di spesa, l'Italia ha il dovere di cambiare passo».
I NON PD Chi il rito l'ha mantenuto, è invece il sindaco Massimo Zedda: «A Cagliari ho seguito le convention di tutti i candidati alle primarie, quindi ci sono anche oggi (ieri ndr )». Poi: «Che io voti Vendola è storia nota, in tema di diritto e lavoro le sue proposte mi convincono di più. Ma apparteniamo tutti alla stessa grande famiglia del centrosinistra». In prima fila spunta un garofano: è quello che porta Raimondo Perra, consigliere comunale a Cagliari: «Sono qui perché i socialisti stanno con Bersani».
Alessandra Carta

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