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La nuova sardegna. Consorzio latte a un passo dal fallimento

Il presidente Leonardo Tilocca: «Paghiamo i troppi errori del passato». A fine mese saranno i soci a decidere il futuro

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di Tito Giuseppe Tola

MACOMER Il tentativo di risanare il Consorzio latte si è arenato in un vortice di debiti che sembra senza via d’uscita. Il 28 novembre l’assemblea dei soci, convocata per le 10.30 nella sede sociale di Macomer, deciderà cosa fare dell’organismo nato dieci anni fa come struttura di servizio. Ieri era corsa la voce delle dimissioni del consiglio di amministrazione, che poi sono state però smentite. «Del futuro del Consorzio – ha detto il presidente, l’industriale caseario Leonardo Tilocca, – discuteremo con tutti i soci durante la prossima assemblea. Nel 2011, quando siano entrati nel consiglio di amministrazione, abbiamo trovato una situazione pesante. Abbiamo fatto di tutto per risolverla cercando di ridurre il debito che ormai pesava come un macigno. Dalla parte istituzionale non abbiamo avuto nessuna risposta, che pure avevamo sollecitato. Questo nonostante la struttura sia della Regione. Il nostro impegno da solo purtroppo non è bastato per uscire da una situazione difficile. Qualcosa abbiamo pagato, ma non siamo riusciti a saldare tutti debiti pregressi». Leonardo Tilocca non dice a quanto ammonta l’esposizione del Consorzio latte. Non vuole che i soci apprendano i numeri del deficit prima dell’assemblea. Non nega comunque che il debito sia pesante e ribadisce: «Non è stato creato dall’attuale gestione, ma viene da molto più lontano». Uscire dalla situazione attuale non sarà facile. «In questo periodo – dice Tilocca – abbiamo lavorato per Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, e abbiamo tenuto aperta anche la parte industriale. Con i soldi che sono entrati, abbiamo pagato l’esposizione verso le aziende e i fornitori. Però ci sono rimasti sulle spalle i mutui degli anni precedenti alla nostra gestione». A questo punto, sul futuro del Consorzio deciderà l’assemblea convocata per la fine del mese. Tilocca non lo dice, ma c’è anche il rischio del fallimento. C’è poi il problema del personale, i 15 dipendenti hanno già conosciuto lunghi periodi di cassa integrazione. «Stiamo valutando con i commercialisti come risolvere le cose nel modo migliore – dice il presidente – Per il personale è necessario trovare delle soluzioni immediate. Stiamo anche pensando di rilanciare la parte industriale. Si tratta, lo ripeto, solo di ipotesi che devono essere valutate e sulle quali l’assemblea dovrà dire la sua». Per i dipendenti più anziani è stata ipotizzata anche la possibilità di accompagnarli alla pensione con la mobilità lunga. Si tratta però di un’operazione che deve essere ancora concordata con il sindacato e i lavoratori. Qualsiasi scelta è comunque legata alle decisioni del 28 novembre.

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