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L'unione sarda. «Sulle alleanze niente è deciso»

Oppi spiega le dimissioni e lancia messaggi ad amici e nemici

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Il colletto della camicia eternamente aperto, la cravatta slacciata, i doppi occhiali (un paio inforcati, gli altri appesi al collo, con le lenti divaricate), la grinta e la combattività di sempre. Giorgio Oppi non è più assessore all'Ambiente (nei prossimi giorni verrà sostituito dal suo collega di partito Andrea Biancareddu) ma continua a muoversi come il politico più potente su piazza. E punta a sorprendere tutti, invitando a non dare niente per scontato, anzitutto le alleanze.
Dicono si sia dimesso per avere le mani libere di trattare con il Pd.
«Sono solo gossip. Parleremo con tutti ma nessuno può dire di avere un accordo in tasca con noi. La verità è che ho portato a termine il mio lavoro pur essendo stanco e stressato».
Anche lei la pensa come Casini, a proposito del Monti bis?
«Udc, Montezemolo, forse Fli, i settori moderati del Pdl. Sta a loro trovare un'intesa nel nome di Monti, per presentare un'alternativa credibile alla sinistra».
In Sardegna si può replicare un'alleanza come quella nazionale?
«Da noi la situazione è diversa. Il problema è che dovremmo essere più concreti. La maggioranza è condizionata dalla mancanza di concretezza. Dove si può andare quando ci sono assessori che non hanno peso politico? Sono stato in ufficio 12 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, ho prodotto oltre 600 delibere, il 20% dell'attività di questa Giunta. Quanti altri lo hanno fatto?».
Cosa non va nella giunta Cappellacci?
«Lui ha ottime iniziative, però gli suggerisco di essere più concreto. Al suo posto mi sarei dotato di una squadra più efficiente, capace di dargli un vero supporto».
Perché i partiti sardi sembrano più preoccupati di mettere le mani su enti, Asl, posti di sottogoverno che di creare un nuovo modello di sviluppo?
«Ho sempre preteso quanto spettava al mio partito, indicando gente di alta qualità, facendo dunque l'interesse generale. Su di me si dicono tante cose ma io sfido chiunque a dimostrare che sia mai arrivata una mia indicazione a proposito delle assunzioni nei 40 cantieri forestali che ho finanziato. Ho fatto appena 300 chilometri al mese con l'auto di servizio e il resto a spese mie, ho chiesto la riduzione delle poltrone negli enti. Chi altro lo ha fatto?».
L'indicazione di Biancareddu come suo sostituto ha un significato legato alle competenze o è solo una casella nel risiko dell'Udc?
«È la scelta giusta, trattandosi di un uomo con seguito e di un ottimo amministratore. Il partito ha un suo equilibrio, è giusto non mutarlo».
È vero che presto accoglierete anche l'ex An, Pdl e Fli Matteo Sanna?
«Perché dovremmo escluderlo? Siamo aperti a nuovi apporti, specie quando si tratta di giovani preparati ed entusiasti».
Per quale motivo Casini con l'uscita di scena di Berlusconi non si candida a diventare il leader del centrodestra?
«Casini sa bene cosa deve fare. E noi saremo con lui, come sempre».
La sua Iglesias si rivela ancora una volta ingovernabile. Perché il fido Perseu l'ha abbandonata?
«Avevamo fatto un lavorone per Iglesias, c'erano risorse per 50 milioni di euro. Ci sono state troppe tensioni interne e ha preferito lasciare. Ma è stato un peccato, la città ha perso un'occasione».
Una definizione di Ugo Cappellacci?
«È bravo, si impegna, ma a volta non finalizza».
Mauro Pili?
«Molto preparato, dotato di ottima parlantina, studia i dossier. Ma fa troppe cose, non arriva mai al risultato».
Salvatore Cicu?
«Il contrario di Pili».
Massimo Zedda?
«Uno che ha vinto un terno al lotto».
Silvio Lai?
«Un bravo ragazzo, ancora da scoprire. Lo stimo, perché è un ex andreottiano».
Giampaolo Diana?
«C'è un rapporto di correttezza. Ma io sono più amico di Salvatore Ladu».
Renato Soru?
«Un carattere troppo difficile per la politica».
Doddore Meloni?
«Non lo conosco».
Giacomo Sanna?
«Molto meglio il suo compagno di partito Maninchedda».
Cosa farà Oppi in futuro?
«Per ora il consigliere regionale. A tutti gli effetti».
Anthony Muroni

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