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La nuova sardegna. Nuova legge elettorale, venti di crisi sul Consiglio

Scompare il listino del presidente che aveva caratterizzato l’elezione di Pili, Soru e Cappellacci Cresce la possibilità di elezioni anticipate anche in Sardegna

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di Alfredo Franchini

CAGLIARI Premio di maggioranza senza in listino del presidente. E’ una delle maggiori novità introdotte dal testo unico della commissione Riforme che ha cambiato la legge elettorale sarda, (manca ora il via libero dal Consiglio regionale). Se i venti di crisi che sono previsti non provocheranno elezioni anticipate, si metterà fine al listino del presidente che aveva caratterizzato le elezioni che portarono alle vittorie di Mauro Pili, di Renato Soru e di Ugo Cappellacci. Listini sempre contestati e anche poco fortunati nel corso delle diverse legislature. I sardi eleggeranno direttamente il presidente della Regione e la coalizione vincente avrà un premio di maggioranza. Si voterà su otto circoscrizioni secondo le schema delle vecchie province, che nel frattempo saranno ridotte alle quattro originarie. Non è tutto: ci sarà la possibilità di esprimere una preferenza per un consigliere ed è previsto il voto disgiunto, cioè la possibilità di votare per un consigliere ea anche per il presidente di una coalizione differente, fatto che può generare il fenomeno dell’anatra zoppa. I consiglieri scenderanno, in base ad altra legge, da ottanta a sessanta e gli assessorati saranno tagliati con due accorpamenti di competenze. Ma la legislatura non sembra avviata a una conclusione tranquilla. Le dimissioni dalla giunta dell’assessore Oppi sono interpretate da più parti come la possibilità che la situazione precipiti. Un altro segnale è venuto ieri dalla frenata alla spinta riformatrice in commissione. E’ slittato, infatti, a una nuova seduta il voto sulla Consulta del popolo sardo, cioè sull’assemblea costituente e la decisione definitiva sull’azzeramento dei consigli di amministrazione di società, enti e agenzie regionali. Con i soli pronunciamenti contrari del presidente Paolo Maninchedda (Psd’Az) e dell’esponente dell’Api Roberto Capelli, la commissione ha rimandato alla settimana prossima, compatibilmente con i lavori dell’aula, la presentazione degli emendamenti sui due testi di legge. Eppure sul provvedimento che istituisce l’assemblea costituente si era arrivati praticamente alla conclusione: mancavano soltanto due articoli che però sono anche i più spinosi perché riguardano le modalità di elezione e il compenso-rimborso dei componenti della consulta. In caso di elezioni anticipate si voterebbe con la vecchia legge che prevede l’elezione di 80 consiglieri e non considera il taglio a sessanta.

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