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La nuova sardegna. Il prezzo del latte è molto vicino agli 80 centesimi

Decisivi la produzione controllata di pecorino, la risalita delle quotazioni, i contratti scritti e l’idea della Supercoop

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di Umberto Aime

CAGLIARI Il prezzo sale. Finalmente. Oggi un litro di latte ovino è molto più vicino agli ottanta centesimi. Sono ben cinque punti in più rispetto al 2011, 15 se il raffronto è col 2010, l’annata maledetta. A tirarlo fuori dal nulla, a trascinarlo alle soglie dell’asticella record è stato ancora una volta il pecorino romano. Croce e delizia di questo mercato, in cui da sempre è la tariffa del prodotto finale a fare il prezzo della materia prima. A novembre un chilo di pecorino romano è venduto intorno ai 5,80 euro ma punta deciso sui 6, nonostante le esportazioni verso gli Stati Uniti d’America (altra variabile decisiva) siano ancora in calo ma stavolta è stato il calo della produzione (dai 240 quintali del 2011 ai 110 mila di quest’anno) a sollevare la quotazione. A riequilibrare il mondo della pastorizia, a rendere più remunerativo il lavoro della mungitura sono stati diversi fattori, che messi assieme hanno fatto risalire i listini. Detto della produzione, oggi controllata, sin dall’ultima campagna del 2012 c’erano stati i primi segnali, con la vendita diretta nella penisola, fuori dal solito circuito degli industriali, da parte di alcune associazioni, a cominciare dalla Coldiretti, e anche delle coop più intraprendenti. Poi da poche settimane si è aggiunta la novità assoluta del contratto scritto, col prezzo del latte stabilito in anticipo e anche i tempi di pagamento sono diventati inderogabili, come dovrà esserlo la qualità del prodotto iniziale. È tutto più chiaro, adesso, e forse anche per questo ieri al tavolo del prezzo, i visi erano molto distesi. L’assessore all’agricoltura, Oscar Cherchi, e le quattro associazioni – Cia, Confragricoltura, Copagri e Coldiretti – hanno ripreso così a parlare del grande progetto: la supercooperativa. Questa sì decisiva per liberare il mercato dagli ultimi legacci. Accennata pochi mesi fa dopo l’abbandono da parte degli industriali del tavolo, lo strappo continua a esserci, la supercoop comincia a muovere i primi passi. L’idea. Il progetto, nei fatti, prevede un consorzio di secondo livello – 40 per cento del capitale sarà della Sfirs – con la partecipazione di tutte le cooperative, sempre più propense ad accettare e infatti alla prossima riunione parteciperanno. Poi a un manager indipendente sarà affidato l’incarico di vendere il pecorino romano della supercoop nei vari mercati europei ed extraeuropei. I promotori sono sicuri che se il consorzio comincerà a operare dal 2013, salterà una volta per tutte l’oligopolio degli industriali caseari sardi, che finora – dicono le associazioni – hanno tenuto in «catene» il mercato del latte. L’assessore ha detto che «in tempi stretti è possibile chiudere l’operazione». Gli allevatori non aspettano altro. Non sarà facile – così come sarà duro tenere alto il prezzo del latte da qui a gennaio – ma bisogna pur provarci. Più qualità. I disciplinari di produzione finora sono stati imposti dagli industriali e spesso scatenano conflitti con gli allevatori. L’ingresso della supercoop mista, Regione produttori, dovrebbe disinnescare anche questa seconda arma. A decidere le nuove griglie, a quel punto, saranno soprattutto i «tavoli concordati», con anche una presenza più decisa e determinante dell’Osservatorio regionale del latte. Non solo pecorino. Nella riunione di ieri è stato raggiunto un altro risultato. Per diversificare la produzione, oggi il 50 per cento del latte è destinato al pecorino romano, gli incentivi a favore delle cooperative saranno raddoppiati: da 4 milioni, a 8. In verità, la Regione ha deciso di fondere le due annualità (2012 e 2013) ed eviterà così anche un doppio passaggio burocratico, con la presentazione di una sola domanda invece che due. Imu. L’assessore ha confermato che è stata presentata al ministero la domanda per l’esenzioni di gran parte della Sardegna dal pagamento perché è zona depressa. Mancano alcuni passaggi burocratici e ha chiesto alle associazioni di fare pressione. La risposta è stata: «Saremo in prima fila».

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