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L'unione sarda. La grande beffa per i cassintegrati

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Dal nostro inviato
Piera Serusi
OTTANA Aveva chiesto che i 150 cassintegrati di Ottana potessero frequentare in paese i corsi di aggiornamento obbligatori, ma è stato come se il sindaco Gian Paolo Marras l'avesse detto al muro. Dalla Regione, dopo settimane di silenzio, hanno fatto sapere che c'era un errore nella richiesta, e così parte dell'esercito dei senza lavoro viaggia a Nuoro e a Macomer (presto altri saranno destinati a Oristano) per seguire le lezioni che dovrebbero in teoria dare loro una formazione e magari pure un futuro. «La mia proposta è stata sabotata, cos'altro dovrei pensare? - sbotta il primo cittadino -. E adesso ci sono padri e madri costretti a viaggiare e a spendere parte dell'assegno che rappresenta l'unica entrata nel bilancio familiare».
SPESE DI VIAGGIO L'assegno di cassa integrazione è in media di 600 euro. Con questi soldi uno deve fare la spesa, mandare i figli a scuola, saldare le bollette e pagarsi pure il viaggio per raggiungere la sede del corso. Centinaia di euro che vengono rimborsate (tariffa Arst) con mesi di ritardo. E così chi rimane senza lavoro finisce per subire pure la beffa. L'aggiornamento è infatti obbligatorio, pena la perdita del sussidio.
LA DISTANZA Ma alla fine, in tutta questa grande giostra dei corsi pagati con fondi statali e europei, va tutto bene solo per gli enti e le agenzie di formazione che per ogni allievo ricevono dai 5 mila agli 8 mila euro. «La mia richiesta, presentata per tempo anche in Provincia, era chiara - sottolinea Gian Paolo Marras -: organizziamo qui in paese i corsi di aggiornamento per i 150 cassintegrati di Ottana. I numeri, purtroppo, li abbiamo: perché costringere queste persone a viaggiare e a spendere parte del loro sussidio? L'idea è passata in Provincia, ma non in Regione. Evidentemente non si voleva che i corsi venissero organizzati a Ottana».
LA SERRICOLTURA Così i cassintegrati si rassegnano a seguire 600 ore di un corso che, a seconda del ramo scelto, li formerà come sarti, idraulici, camerieri, tecnici della trasformazione dei rifiuti. Magari è stato fatto uno studio sulle tendenze del mercato del lavoro nel Nuorese, e forse serviranno centinaia di camerieri e sartine per rianimare l'economia del centro Sardegna, ma il sindaco di Ottana aveva un altro progetto. «Serricoltura. Avrei voluto fare corsi su questa materia, qui in paese, e dar modo ai nostri cassintegrati di crearsi una professionalità da investire per il futuro». L'amministrazione comunale, infatti, crede che dalle ceneri della Chimica possa nascere un fiore e perciò scommette su agricoltura, pastorizia e artigianato. «Peccato, con la formazione abbiamo perso un'occasione».

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