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La nuova sardegna. Attentato al sindaco: in cella un falegname “esperto” di molotov

Mamoiada, sarebbe l’uomo che ha fatto sapere a Graziano Deiana di aver lanciato l’ordigno nel suo cortile

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di Tiziana Simula

MAMOIADA In paese tutti lo conoscono come Max, e quel diminutivo, lui, lo avrebbe scritto anche sul muro della chiesetta a fianco al palazzo comunale, rivendicando di fatto l’atto intimidatorio ai danni del sindaco e altri episodi che avevano agitato la notte di Mamoiada, lo scorso fine settimana. Massimiliano Ballore, Max, appunto, 35 anni, artigiano, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine – nel 2008 lanciò una molotov contro la caserma dei carabinieri – è stato arrestato ieri pomeriggio dai militari della compagnia di Nuoro, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale nuorese. Sarebbe lui il presunto responsabile dell’attentato intimidatorio contro il sindaco Graziano Deiana: nella notte tra venerdì e sabato scorsi, una molotov era stata lanciata nel cortile dell’ abitazione, in via Asiago, un ennesimo attentato per il primo cittadino (due settimane prima era stata esplosa una fucilata contro una finestra), che l’indomani ha rassegnato le dimissioni. Ma al falegname vengono contestati anche altri reati commessi nella stessa notte, prima del lancio della molotov: è ritenuto responsabile del tentativo di incendio del distributore automatico di sigarette (sempre con l’utilizzo di una molotov), e di aver rivendicato l’atto intimidatorio contro Deiana con alcune scritte sui muri del paese. A cominciare da quel “Max”, scritto con una bomboletta spray nera sulla facciata della chiesa, per proseguire con la frase minatoria in via Vittorio Emanuele II, che si riferiva al problema della mancanza di lavoro. Le accuse nei confronti dell’artigiano quindi sono di fabbricazione, detenzione, porto e lancio di ordigno, oltre che di danneggiamento aggravato. Ballore è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Badu ’e Carros. Nel 2008, dopo aver lanciato una lattina incendiaria contro la caserma dei carabinieri, era stato condannato a sette mesi. Sarebbe una passione, insomma, quella delle molotov per il falegname, che in paese è conosciuto come una persona con qualche disagio. Sarebbe, dunque, lui, l’uomo che il giorno dopo l’attentato era andato dal sindaco a chiedere scusa per ciò che aveva fatto, come aveva rivelato lo stesso primo cittadino al termine di un consiglio comunale affollato di cittadini, che gli si erano stretti attorno per solidarietà e per condannare l’ondata di violenza che da qualche tempo segna la vita di Mamoiada. Il cerchio attorno a Massimiliano Ballore si è stretto subito, «già da sabato sapevamo chi era il responsabile dell’attentato al sindaco», ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Vincenzo Bono insieme al responsabile della compagnia nuorese, Marco Keten, e al comandante del nucleo operativo e radiomobile della compagnia, tenente Andrea Mazzanti. Dopo l’esplosione della fucilata – episodio che al momento non viene collegato alla stessa mano – era stato intensificato il servizio di vigilanza da parte del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che avrebbe consentito di individuare Ballore. Sabato mattina, la Procura – l’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Luca Forteleoni – ha disposto intercettazioni e perquisizioni che hanno confermato gli indizi: nella falegnameria, casa-bottega dell’arrestato, sono state trovate una bottiglia di birra che conteneva liquido infiammabile e una bomboletta spray, nera.

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