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La nuova sardegna. La tela di Aracne protagonista alle Cortes di Olzai

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OLZAI La “Tela di Aracne”, entra nelle Cortes apertas, anzi percorrerà oggi e domani l’intero itinerario dell’Autunno in Barbagia. Infatti dopo il workshop “Geografie transumanti” tenuto da Francesco Careri nei giorni del 2, 3 e 4 novembre, all’interno del progetto “La tela di Aracne”, appunto, dell’ Associazione Malik, il gruppo dei partecipanti, camminatori sardi nativi o di adozione, ritorna a Olzai con l’evento “S’Ena ‘e sa Tramuda” che si svolgerà oggi e domani (23 e 2 novembre). Durante quel workshop, circa quaranta persone, tra cui giovani sardi, ricercatori e artisti di diverse provenienze, hanno percorso a piedi alcuni antichi tratturi e sentieri dell’area comunale guidati dagli olzaesi, «costruendo la propria conoscenza del contesto passo a passo, attraverso le parole di chi quelle terre le vive ogni giorno» come ha tenuto a spiegare Francesco Careri, docente universitario di Arti civiche. I percorsi attraversati sono stati principalmente due: il primo circolare più archeologico legato alla presenza di menhir, dolmen e numerosi nuraghi allineati e vicini tra loro, segni di una civiltà antichissima; l’altro più naturalistico, nelle terre del re barbaricino Ospitone, dove il sincretismo di cattolicesimo e riti pagani trovò massima espressione, influenzando le pratiche religiose fino ad oggi. Nell’evento s’Ena ‘e sa Tramuda il gruppo racconta questa sua singolare esperienza in una mostra di video (immagini, suoni e performance) che si svolgerà in tre luoghi diversi: il Bar Gardenia da cui oggi alle 16 e domani alle 10 partirà la “tramuda urbana”; la Casa museo di Carmelo Floris con la mostra dei prodotti del laboratorio, l’esposizione dei “Disaogos de tziu Antoni” e dove domani alle 12 avverrà la performance “pane e toponimi” e infine Su Mulinu Betzu con “i cantastorie nella terra di Olzai”. Questo evento ha lo scopo di trasmettere la natura entusiastica e collaborativa, che ha caratterizzato tutte le fasi del progetto all’interno del quale olzaesi e “stranieri” si sono ritrovati a confrontarsi e apprendere reciprocamente. Potrebbe quindi rappresentare non solo un momento conclusivo delle attività fin’ora svolte insieme, ma anche il punto di partenza per un lavoro congiunto di approfondimento e valorizzazione del territorio. (g.m.s.)

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