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L'unione sarda. Sanità, ecco la nuova legge

Un emendamento Pdl corregge il taglio dei posti-letto

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Salvi i piccoli ospedali, ma i tagli non saranno concentrati solo sui grandi. La riorganizzazione della sanità sarda è da ieri legge. E a questa razionalizzazione, anche in termini di spesa, parteciperanno con maggiori responsabilità i direttori generali delle aziende.
IL VOTO Alle 21 la votazione ha visto il sì di 39 consiglieri (63 i presenti, 60 i votanti), il no di 21 e tre astensioni. Finisce così una due giorni di Consiglio in cui maggioranza e opposizione si sono confrontate sui 18 articoli della legge e su 116 emendamenti. Su uno di questi, a fine serata, si è creato un qui pro quo. La Giunta voleva infatti emendare un articolo, il 17, che però era stato soppresso. Si prevedevano 300 mila euro per l'ampliamento e l'allestimento degli uffici della direzione generale della sanità e altri 100 mila per la Lega Tumori. Un errore materiale che però ha rischiato di compromettere i due provvedimenti. Alla fine, dopo discussioni e polemiche, si è deciso di accodarlo all'articolo 16 e di votarlo per parti. L'allestimento dei nuovi uffici è passato di 4 voti, i 100 mila euro per la Lega Tumori all'unanimità.
L'ASSESSORE SODDISFATTA «Questa legge», ha detto l'assessore Simona De Francisci, «ci permetterà di definire il prossimo accordo di programma con lo Stato, utile a far arrivare investimenti sanitari nell'Isola pari a 244 milioni di euro. Ora lavoreremo per riordinare la rete ospedaliera secondo principi di efficienza che permetteranno di utilizzare meglio le risorse per tutti gli ospedali della Sardegna».
I PICCOLI OSPEDALI Durante la giornata il centrodestra ha aggiustato il tiro sui criteri della riorganizzazione degli ospedali. In particolare dei piccoli, salvati martedì tra non poche polemiche da un emendamento approvato dal centrosinistra e dai franchi tiratori della maggioranza. Le strutture minori non saranno tagliate ma, per evitare che a farlo sia il Governo con la spending review, la maggioranza ha approvato un nuovo emendamento, il 121, questa volta della Giunta, che fissa nuovi parametri tra tasso di ospedalizzazione e numero di abitanti, sul tipo di ricovero e sulla percentuale di occupazione dei posti letto.
I CRITERI In sintesi, viene ammorbidito l'effetto della decisione di salvare i posti letto nelle piccole strutture, concentrando i tagli sui grandi centri. Con le regole approvate ieri si rimodula il sistema seppur con il dovuto riguardo per gli ospedali considerati minori. In particolare, nelle aziende sanitarie il tasso di ospedalizzazione è, in misura massima, di 170 per mille abitanti fermo restando il vincolo complessivo a livello di azienda sanitaria non superiore a 160 per mille abitanti.
GLI INTERVENTI IN AULA Sul metodo, un messaggio alla Giunta è stato lanciato dal leader dell'Udc Giorgio Oppi: «Sono contrario a creare un pasticcio come le residenze sanitarie assistite (Rsa) o a inventarci strutture fantasmagoriche come gli hospice». Prima dell'approvazione dell'emendamento del centrodestra il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis ha sostenuto che «non è nell'intenzione della maggioranza chiudere i piccoli ospedali. Ma spesso, più che alla domanda di una sanità migliore, rispondono all'esigenza di mantenere in vita qualche primariato: il problema vero è riconvertire e rilanciare i siti periferici». Dopo l'approvazione, l'assessore De Francisci ha ribadito: «L'emendamento non solo non cancella i piccoli ospedali, ma è la condizione essenziale per salvarli dalla scure e dai tagli alla cieca che il Governo nazionale avrebbe compiuto».
I DIRETTORI SANITARI Approvato, inoltre, un emendamento del centrosinistra sul ricorso al lavoro interinale, prima firmataria Francesca Barracciu. Come ha riferito il capogruppo dell'Idv Adriano Salis, nel 2011 le Asl della Sardegna hanno speso per il lavoro interinale 32,42 milioni di euro, circa il 6% in media sulla spesa del personale. D'intesa con la maggioranza, è stato stabilito che il rapporto tra spesa per il personale e lavoro esterno non possa superare il 2%.
LE CONCLUSIONI E se Franco Meloni (Riformatori) non ha gradito «un dibattito ricco di accuse ma di pochi contenuti» e pur manifestando perplessità ha votato a favore della legge, Giampaolo Diana (Pd) è andato giù duro: «Avete completato l'opera di deregolamentazione della sanità». Per Francesca Barracciu (Pd) la legge è «un pasticcio giuridico con cui la Giunta cerca di porre rimedio a tre anni e mezzo di inattività». Infine Renato Lai (Pdl), relatore di maggioranza: «Il sistema degli ospedali sardi sarà riorganizzato in modo armonico».
Lorenzo Piras

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