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La nuova sardegna. Sono decine le pecore e gli agnelli morti

In Baronia la situazione è allarmante, ma non c’è ancora la certezza che si tratti del micidiale morbo di Schmallemberg

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di Angelo Fontanesi

OROSEI Manca solo l'ufficialità della certificazione da parte del Cesme (Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche) di Teramo dopo che i veterinari dell’Asl hanno fatto i prelievi e segnalato quel che sta accadendo negli allevamenti ovini e caprini di Orosei. Ma sembra che ci siano pochi dubbi sul fatto che il temutissimo “Virus di Schmallemberg” sia la causa della strage di animali. Almeno il 20% dei parti di pecore e capre, che in questi giorni si susseguono senza soluzione di continuità negli ovili della campagne di Sos Alinos, Su Crastu e Su Mutrucone, è contrassegnato da nascite di agnelli e capretti malformati che muoiono nel giro di poche ore. E tantissimi sono anche i casi di aborti traumatici che hanno già provocato la morte delle madri. I numeri e la manifestazione della patologia non lascerebbero spazi a dubbi: sarebbe il famigerato virus identificato per la prima volta in Germania nel 2011 la causa di questa epidemia. Gli agnelli nati morti mostrano evidenti malformazioni che partono dalla parte posteriore della colonna vertebrale per attaccare poi le gambe. Gli animali nati morti o che muoiono nel giro di poche ore hanno gli arti rigidi e i piedi girati al contrario: una malformazione che spesso crea gravissime lacerazioni all'apparato genitale della madre, che se non viene soccorsa in tempo muore durante il parto o poco dopo a cause delle lesioni causate dalla fuoruscita dei capi malformati. «A ogni monta accade che qualche agnello nasca malformato e muoia poco dopo – dice Cosimo Marras, allevatore oroseino, titolare di una azienda agrozootecnica modello nell'altopiano di Sos Alinos e già vice sindaco di Orosei nella passata amministrazione –, ma i numeri questa volta sono assolutamente fuori da qualssiasi media». Solo ieri mattina nella sua azienda di Su Mutrucone sono stati una decina i casi di agnelli nati malformati e senza vita, mentre avantieri anche alcune pecore sono decedute nella fase del parto perché il feto abortito aveva causato devastanti lacerazioni. «Il fenomeno ha incominciato a manifestarsi alcune settimane fa negli allevamenti caprini della zona, dove hanno iniziato a figliare prima delle pecore – spiega ancora Marras –. Anche li in un primo momento si era pensato a un fatto naturale, magari causato dalla consanguineità della specie. Ma quando anche nelle greggi di pecore di diversi allevamenti il numero degli agnelli malformati è risultato abnorme rispetto alla norma, abbiamo capito che il problema era ben più grave e abbiamo dato immediatamente l’allarme ai veterinari dell’Asl». Che sono intervenuti prontamente prelevando campioni di sangue dagli animali e i resti di alcuni agnelli morti. Gli esiti degli esami di laboratorio potrebbero arrivare già nella giornata di lunedì, ma ormai nessuno culla più speranze: il killer degli agnelli dovrebbe essere il terribile virus di Schmallemberg. E la Baronia si conferma terreno ideale per l'espansione di una epidemia veicolata da un insetto del genere “culicoides”, come la micidiale zanzara della lingua blu che aveva seminato morte negli allevamenti di tutta la Sardegna. E come allora, tra gli allevatori montano la rabbia e le perplessità sull'origine e sulla diffusione di una tale epidemia. Specie quando girano voci di campagne di disinfestazioni dei pascoli e delle aziende già pronte ad essere lanciate a largo spettro, e di stock di vaccini nelle farmacie: ma per ora sono solo voci senza fondamento. Ma la storia non promette niente di buono per la disastrata economia agro pastorale dell'isola.

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