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La nuova sardegna. In 3,5 milioni al voto Domenica ballottaggio

Bersani (44,3%) batte Renzi (36,2%), Vendola terzo supera il 15% Mercoledì su Rai1 ci sarà la sfida tv fra i vincitori del primo turno

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di Gabriele Rizzardi

ROMA «Sono stracontento, perché è stata una giornata magnifica. Tantissima gente e un’organizzazione perfetta. Non c’è stato nessun problema. Si va al ballottaggio e la scelta di fare queste primarie è stata giusta. Nessuno me la rubi. Il risultato per me è ottimo. Ho sentito Renzi e gli mando un abbraccio». Sono quasi le 23,30 e Pier Luigi Bersani, dopo aver atteso dati attendibili, auspica che anche il Pdl faccia le primarie e fa il primo bilancio di una corsa che si concluderà domenica prossima con il ballottaggio tra lui e il sindaco di Firenze. Ma prima, e precisamente mercoledì prossimo alle 21 su Rai1, ci sarà una nuova sfida tra i due. E’ questo il risultato del primo turno delle primarie del centrosinistra. Lunghissime file davanti ai seggi in tutta Italia con attese che in alcuni casi, come nel seggio di Renzi a Firenze, superano le due ore e schede elettorali che in alcune sezioni scarseggiano e vengono fotocopiate. Ma pochi i problemi e le irregolarità. L’affluenza al primo turno è andata oltre ogni aspettativa ed ha fatto registrare 3,5 milioni di partecipanti. Un dato che galvanizza i cinque candidati del centrosinistra ma che ribalta le previsioni dei sondaggi che hanno sempre scommesso nel successo del sindaco di Firenze se si fosse toccata la soglia dei 4 milioni. E invece i dati che emergono dallo scrutinio (3990 sezioni su 9232) ci dicono che Bersani arriva al 44,3% dei voti staccando Matteo Renzi che comunque raggiunge il 36,2%. Nichi Vendola incassa il 15,2% distanziando di gran lunga Laura Puppato,che prende il 2,9% mentre Bruno Tabacci (che è rimasto mezz’ora in fila a Milano) si ferma all’1,2%. La seconda proiezione diffusa da Sky Tg24 piazzava Bersani tra il 43% e il 45%, Renzi tra il 31% e il 33%, Vendola tra il 19% e il 21%, Puppato tra il 2% e il 3% e Tabacci tra l’1% e il 2%. La vittoria al primo turno non c’è stata ma i dirigenti del Pd che si sono schierati con Bersani, a cominciare dal vice segretario Enrico Letta, parlano di un «ottimo risultato». Roberto Speranza (Comitato per Bersani) si spinge più il là e parla di un risultato «stratosferico». Quel che è certo è che, comunque vadano i ballottaggi, il sindaco di Firenze farà pesare al congresso il suo serbatoio di voti e chiederà un’adeguata rappresentanza ai vertici del partito. Una vittoria al primo turno, del resto, era stata esclusa dallo stesso Bersani che ha votato a Piacenza ed ha trascorso la giornata delle primarie insieme alla famiglia. «Vincere al primo turno sarà difficile perché abbiamo voluto anche il secondo turno e siamo in cinque» spiega il segretario del Pd, che definisce il sindaco di Firenze una «persona combattiva» e la campagna elettorale del Pd «una meraviglia». «Siamo stati bravi. Siamo una grande squadra. Ci siamo dati qualche calcetto e anche qualche calcione, ma sono cose che non mettono in discussione la lealtà di tutti. Oggi è una festa, la contesa è finita ed ora la decisione sta agli elettori» dice, a metà giornata, un soddisfattissimo Bersani. E Nichi Vendola? Il governatore della Puglia, che ha votato nella sua Terlizzi, spiega che la democrazia potrebbe davvero essere la «priorità pubblica della politica» e sottolinea l’importanza delle primarie: «Oggi il centrosinistra è un po’ più forte perché ha ritrovato un popolo e deve cercare di non abbandonarlo».La massiccia partecipazione, nonostante le regole anche un po’ complicate per la registrazione, ha comunque messo d’accordo tutti i candidati. Ed anche Laura Puppato, alla fine, tira un sospiro di sollievo: «Le primarie sono state troppo brevi». Dai leader politici, compresi quelli del centrodestra (Giorgia Meloni si è presentata nella storica sezione del Pd di via dei Giubbonari a Roma per “vedere” come funzionavano le primarie) sono arrivati solo commenti positivi. Ma il più contento è Romano Prodi che, senza dire per chi ha votato, esulta per per la «grande macchina di democrazia» che sono le primarie.

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