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L'unione sarda. «Ribelliamoci al Patto di stabilità»

Cappellacci: prima il bilancio provvisorio, poi una legge sarda

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Subito l'esercizio provvisorio per due mesi, gennaio e febbraio. Il tempo di aprire la vertenza con lo Stato per chiedere di allargare i cordoni della borsa sul Patto di stabilità. Nel caso in cui da Roma non dovessero arrivare risposte, i limiti di spesa siano stabiliti dal Consiglio regionale per legge, aprendo così un nuovo conflitto con lo Stato davanti alla Corte Costituzionale. Ma l'appello al sostegno bipartisan per la ribellione al Patto, lanciato ieri in Aula dal governatore Ugo Cappellacci, è stato accolto con pochi sussulti sia dagli alleati che dall'opposizione. Anche se il centrodestra, con in testa il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis, fa quadrato attorno al presidente. In Consiglio non c'era l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa.
IL PRESIDENTE Cappellacci ha esordito annunciando la nomina di Andrea Biancareddu ad assessore all'Ambiente in sostituzione di Giorgio Oppi. L'avvicendamento, in seno all'Udc, era tuttavia un pro forma. Poi ha snocciolato le cifre che giustificherebbero l'esercizio provvisorio: «Sarebbe semplice», ha spiegato il governatore, «presentare il bilancio 2013, che ho qui già pronto, basato sul livello delle maggiori entrate, peraltro oggi ancora più certe anche perché il Governo con la legge di assestamento 2012 ha riconosciuto il nostro diritto a un più alto livello di entrate. Sarebbe un bilancio con un volume di entrate che è molto vicino a quello degli anni precedenti, pari a circa 6,6 miliardi di euro manovrabili e un totale complessivo di 7,8 miliardi di entrate. Sarebbe un bilancio tecnico perfettamente legittimo e parificabile dalla Corte dei conti, ma con il limite di spesa imposto dal Patto di stabilità che è crollato, negli ultimi due anni, di circa 800 milioni di euro di minori impegni e pagamenti rispetto al 2011. Oggi, con riferimento alla manovra 2013, si registra un ulteriore duro colpo con una riduzione del livello del Patto di stabilità di altri 246 milioni di euro in termini di minori impegni e di minori pagamenti. Non solo, quindi, per la nostra Regione non vi è stato l'adeguamento dovuto al rialzo, ma a causa della grave crisi che affligge l'euro-zona e della necessità di risanare i conti dello Stato abbassando la spesa pubblica, la nostra capacità di spesa è stata drasticamente ridotta di oltre 800 milioni rispetto al 2011. La scelta vera è quella se fare un bilancio con dolorosi tagli alle categorie più deboli. O provare a giocarci tutte le carte possibili per costringere il Governo, prima delle elezioni politiche, a riconoscere alla Sardegna l'adeguamento dovuto del nostro Patto».
IL DIBATTITO Il Psd'Az non è intervenuto al dibattito, mentre Pietrino Fois (Riformatori) non è d'accordo a due mesi di esercizio provvisorio: secondo il presidente della commissione Bilancio la leggina di “sforamento” deve essere approvata subito. «Chiediamo un incontro immediato tra il governatore, con il Consiglio regionale a supporto, e il Governo, in base all'articolo 47 dello Statuto, per ridefinire il Patto», spiega. «Altrimenti, questo Consiglio non serve più a niente: se non ci mettono in condizioni di ridare ossigeno alla Sardegna, non resta che chiedere a tutti i consiglieri regionali di dare le dimissioni e di tornarcene a casa. E noi Riformatori saremo i primi a farlo». Franco Sabatini (Pd) giudica «irricevibile l'esercizio provvisorio». E se Giampaolo Diana (Pd) annuncia una proposta alternativa dell'opposizione, cioè una Finanziaria che contenga lo sforamento del Patto, Luciano Uras (Sel) ha aggiunto: «Vogliamo subito la manovra, anche con una rottura dei limiti di spesa, in caso contrario Cappellacci deve dimettersi». Mario Diana (Sardegna è già domani) ha chiesto l'approvazione dell'esercizio di bilancio, mentre l'Udc con Giulio Steri ha avallato solo la possibilità di esercizio provvisorio.
Lorenzo Piras

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