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L'unione sarda. Consorzio Latte, documenti sotto sequestro

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L'ennesimo blitz della Guardia di Finanza è arrivato lunedì. Le Fiamme gialle sono tornate al Consorzio Latte di Macomer e non è escluso che lo abbiano fatto proseguendo l'inchiesta avviata dalla magistratura sassarese sulle cooperative e imprese lattiero casearie che nel biennio 2010 e 2011 avrebbero beneficiato degli incentivi della Regione per 10 milioni di euro, per migliorare l'offerta produttiva attraverso l'aggregazione. Non si esclude però che proprio sui debiti accumulati dal Consorzio Latte (circa cinque milioni di euro), possano essere riscontrate delle responsabilità. Cosa ci sia dietro, in attesa di comunicazioni ufficiali e visto il riserbo che circonda l'intera vicenda, è però mistero.
MORTE ANNUNCIATA È invece certo che il Consorzio ha le ore contate. Oggi il consiglio di amministrazione potrebbe decidere di portare i libri contabili in tribunale, mentre l'assessore regionale all'Agricoltura Oscar Cherchi ha rinviato alla prossima settimana l'incontro fissato per martedì scorso. Un incontro per il quale, oltre ai sindacati, erano convocate anche le associazioni di categoria. «È stato un viaggio a vuoto», commenta Luigi Loi della Cgil. «In ogni caso quello che ci preme maggiormente è mettere al sicuro i quindici lavoratori. Ci appelliamo comunque all'assessore affinché il Consorzio Latte non venga definitivamente cancellato, a danno del comparto, dell'occupazione e di un intero territorio. Ora non ci resta che aspettare le decisioni del consiglio di amministrazione, che si annunciano però nefaste».
IL BUCO Dietro la decisione di abbandonare il campo da parte dei consiglieri di amministrazione, tutti dimissionari, c'è una montagna debiti, accumulati negli anni, che ammontano a circa cinque milioni di euro. «Una situazione che, purtroppo, non siamo riusciti a raddrizzare», dice con amarezza il presidente Leonardo Tilocca. «Ai vecchi debiti si sono aggiunte altre difficoltà che ci hanno portato al tracollo. Questo nonostante in poco più di un anno siamo comunque riusciti a ridurre notevolmente la grave situazione debitoria».
F. O.

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