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La nuova sardegna. Fisioterapia sospesa, odissea di un’anziana operata all’anca

Olzai, Giovanna Maria Pulis (81 anni) denuncia il disservizio «Eppure la terapia mi è stata imposta dall’ospedale»

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di Giovanni Maria Sedda

OLZAI Ha 81 anni Giovanna Maria Pulis ed è inchiodata al letto da più di un mese. Non può alzarsi perché il 22 ottobre scorso è stata sottoposta, nell’ospedale di Lanusei, a intervento chirurgico di protesi d’anca sinistra non cementata in grave coxartrosi. Ma oltre all’età avanzata è anche affetta da numerose altre patologie gravi. Vive sola anche perché i suoi cinque figli (tre donne sposate e due maschi lavoratori) vivono in dimore proprie. Dopo le dimissioni vanno però a turno nella sua casa in via Taloro, per assisterla. L’operazione è andata bene, a detta del chirurgo, ma ha anche bisogno di fisioterapia ed è per la discontinuità della stessa che la Pulis ha inoltrato una lettera raccomandata di reclamo alla direzione generale dell’Asl di Nuoro. «Prima della dimissione – ha scritto – sono stata sottoposta a consulenza fisiatrica, che mi prescriveva una rieducazione motoria cauta per la durata di 45 giorni, di cui 20 a cadenza quotidiana e 25 a cadenza trisettimanale. Dimessa il 5 novembre iniziavo la terapia solo giovedì 8 novembre. Lunedì 12, dopo la seduta di fisioterapia, venivo informata dalla stessa operatrice che avrebbe saltato la seduta del 13 per poi proseguire mercoledì 14. Giorno in cui, invece, ricevevo la telefonata dal competente ufficio di riabilitazione dell’Asl di Nuoro che mi informava sull’impossibilità di poter riprendere la terapia se non prima del 26 novembre». Quel giorno, l’altro ieri, la fisioterapista è arrivata puntualmente. Ma non è certo contro il personale che Maria Giovanna Pulis ha scritto la lettera anche perché con tutti i familiari ha riscontrato la gentilezza e la capacità professionale della fisioterapista. Il reclamo ha infatti come finalità quella di testimoniare un disservizio che pare colpisca anche moltissimi altri pazienti. «Purtroppo – sottolinea nello scritto Giovanna Maria Pulis – non sono in grado di alzarmi da sola, l’età e la grave situazione clinica non mi permettono di reggermi su una sola gamba neanche con l’ausilio di supporti meccanici, determinandomi perciò una grossa insufficienza motoria ed una scarsa autonomia. Tutto ciò premesso e considerato, appare del tutto chiara la grave inadempienza al dovere terapeutico e riabilitativo da parte del competente ufficio Asl non effettuandomi la terapia quotidiana per i primi 20 giorni, così come prescritto dalla consulenza fisiatrica al momento della dimissione. Infatti a distanza di due settimane dalla dimissione ho fatto solo tre sedute. È auspicabile che la terapia domiciliare prosegua con cadenza quotidiana fino alla conclusione della terapia». Una speranza vissuta con grande ansia e preoccupazione anche dai figli che possono soltanto assisterla in tutto ma non nella fisioterapia, dichiarata obbligatoria dal reparto di ortopedia dove è stata operata.

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