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L'unionen sarda. «Via chi non sta con l'Idv»

Di Pietro decide sulle liti nel partito in Sardegna

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Attraversa il caso Sardegna, parlando della questione industriale «con il coraggio di chi, nei fatti, su Alcoa e altre partite, sta mettendo la faccia in Parlamento». Non attacca la Giunta, ha altre gatte da pelare: Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, ieri a Cagliari è arrivato per dirimere la controversia interna al partito nell'Isola tra il gruppo consiliare e il coordinamento regionale.
LA LITE SARDA «Sia chiaro», dice: «Non possono esistere in Sardegna due Idv. L'Italia dei Valori è una sola e chi vuole restare all'interno del partito deve rispettare la volontà di chi è il responsabile nel territorio, nella fattispecie Federico Palomba». Il seguito è riferito al gruppo in Consiglio e in particolare ad Adriano Salis: «Chi ritiene che le indicazioni del partito non possono essere condivise o condivisibili, è libero di fare le proprie scelte, ma le nostre strade non possono essere comuni». Salis era nella sede di via Gallura. Da lui nessuna replica: «Ascolteremo e poi vedremo», biascica riferendosi all'incontro che da lì a pochi minuti Di Pietro avrebbe avuto con i simpatizzanti.
L'INTERVENTO Di Pietro ha illustrato la campagna referendaria avviata dall'Idv per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la riduzione dei costi della politica. Non è intervenuto esplicitamente sulla questione dei fondi ai gruppi in Sardegna, con la richiesta di rinvio a giudizio per diciotto consiglieri. Dice però, più in generale, che «bisogna abrogare il finanziamento pubblico ai partiti perché è in atto un'ondata di corruzione politica». Attacca il governo Monti sulle politiche del lavoro: «Il centrosinistra deve cambiare la riforma Fornero perché ha portato allo stremo i lavoratori e gli strati sociali più deboli». L'ex pm annuncia la raccolta di firme per abrogare la legge e, guardando al ballottaggio delle primarie di coalizione («non andrò a votare, non sta bene»), sostiene: «Bersani ha detto che bisogna cambiare l'agenda Monti, Renzi invece non è pervenuto. Noi chiediamo che nei primi cento giorni di governo il centrosinistra cancelli la riforma del lavoro». In ogni caso, «da questo dipende l'alleanza tra noi e loro e l'alleanza tra il centrosinistra e i cittadini».
NIENTE ACCORDO CON GRILLO In ogni caso, sembra esclusa un'alleanza con il Movimento Cinque stelle di Beppe Grillo: «Ho rispetto per il Movimento Cinque stelle, ma questo non vuol dire che siamo prossimi a un'intesa. La differenza tra noi e loro è che noi vogliamo ricostruire il Palazzo con un'alleanza di centrosinistra che presenti un progetto alternativo al governo Monti, mentre loro si pongono come coloro che il Palazzo vogliono abbatterlo. Però mi fa ridere chi se la prende con i grillini, perché in fondo fanno emergere la loro protesta democraticamente». Di Pietro attacca anche Casini, che chiede una riduzione della pressione fiscale: «Si guardi allo specchio», dice ancora. «Lui è in maggioranza. Solo noi stiamo cercando di cambiare la legge di stabilità con i fatti per garantire di nuovo un minimo di equità sociale». Il leader dell'Idv non parla della polemica sorta su un suo presunto cespite di 56 proprietà immobiliari, mentre sugli addii al partito, che potrebbero essere molti anche nell'Isola, taglia corto: «Chi è uscito l'ha fatto alla luce del sole. Ma sono di più le adesioni».
Lorenzo Piras

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