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L'unione sarda. Ricandidature e nuove strategie I tormenti del vecchio Pdl sardo

Scompiglio dopo l'annuncio di Nizzi: «Fuori dopo tre legislature»

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Il dibattito sul futuro del Pdl e sulla possibile ridiscesa in campo di Berlusconi scuote anche il centrodestra sardo. È bastata una discussione in tv - nel corso di un programma andato in onda in prima serata su Videolina - a far riesplodere polemiche e tensioni. L'annuncio del senatore Mariano Delogu («non è detto che io non mi ricandidi»), il malessere manifestato dall'ex sindaco di Cagliari Emilio Floris («non è scritto da nessuna parte che io debba per forza candidarmi e che, nel caso, debba farlo tra le fila del Pdl»), il diktat del coordinatore regionale Settimo Nizzi («chi ha già collezionato almeno tre legislature non verrà ricandidato»), il disagio espresso dal vicecoordinatore cagliaritano Salvatore Sasso Deidda («se Berlusconi ci sottrarrà le primarie noi non lo seguiremo») sono sintomatici sull'umore del partito in Sardegna.
Né a molto sono serviti i tentativi di mediazione del parlamentare Bruno Murgia («prima di parlare di candidature e futuri assetti perché non facciamo le primarie delle idee, mettendo al centro cultura, ambiente, lavoro e turismo?») e dell'assessore regionale Simona De Francisci («è nostro dovere proporre ai moderati di questo Paese e della Sardegna un progetto di governo serio, senza più divisioni»), anche perché dal rappresentante di Pdl Giovani Pierluigi Saiu è arrivata una richiesta di rinnovamento: «Occorre tornare a lavorare a stretto contatto con le nostre comunità, ponendo fine ai giochi di palazzo, finalizzati solo al potere. E non sarebbe male se chi è da vent'anni in Parlamento lasciasse spazio a chi ha idee ed energie».
Comunque la si pensi, chi non c'era non è rimasto insensibile ai messaggi arrivati dagli schermi televisivi. Ad esempio chi aveva messo l'occhio sulla poltrona di Mariano Delogu o chi aspettava di avere conferme circa un passaggio di Emilio Floris tra le fila dell'Udc. Ma le variabili sono molteplici e incontrollabili. Anzitutto la legge elettorale: si voterà con il Porcellum (con i posti in lista scelti dalle segreterie dei partiti e assegnati con un premio di maggioranza alla coalizione vincente), con un sistema proporzionale o con un uno che prevederà le preferenze? La differenza non è di poco conto. Anche perché se, nel 2008, il Pdl ha potuto eleggere 9 deputati (Pili, Murgia, Cicu, Cossiga, Barbareschi, Nizzi, Vella, Porcu e Testoni) e 5 senatori (Pisanu, Delogu, Sanciu, Massidda e Saltamartini) nel 2013 la pattuglia sarda sarà molto probabilmente decimata. Così la penuria di posti a tavola, unita alla spinta verso il rinnovamento e alle divisioni che da sempre attraversano il Pdl isolano, portano le tensioni a livelli mai registrati.
Intanto il governatore Ugo Cappellacci si è tirato fuori dalla mischia: dopo aver partecipato, da protagonista, alla kermesse di sabato scorso alla Fiera - alla presenza del segretario Alfano - è da due giorni in Qatar per la conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici, in rappresentanza del Comitato delle Regioni e come presidente della commissione Energia e ambiente. Nel suo intervento ha chiesto che l'Europa rafforzi il ruolo delle autonomie.
Anthony Muroni

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