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La nuova sardegna. Micro imprese, export a ostacoli

Solo 128 milioni di euro in sei mesi per le piccole aziende. Confartigianato: «Serve più formazione»

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di Alfredo Franchini

CAGLIARI Esportare i propri prodotti per sopravvivere alla crisi. La ricetta è opportuna ma per niente facile se si tratta di piccole imprese: nei primi sei mesi dell’anno l’export regionale dell’industria sarda, (escluso petrolio, chimica e metallurgia) è stato di soli 128 milioni di euro. Risulta dal dossier sull’export nei settori della piccola e media impresa elaborato dalla Confartigianato. L’industria sarda guadagna così l’ultima posizione nella classifica che vede come locomotiva la Lombardia: oltre quattordici miliardi di esportazioni. Nelle statistiche, volendo, c’è solo un dato che può alleviare un po’ la brutta performance: in termini percentuali c’è stata, infatti, una piccola crescita visto che, rispetto al 2011, l’export è passato da 124 milioni a 128 milioni di beni venduti all’estero. «Sono cifre residuali a dimostrazione di come sia necessario investire», afferma Luca Murgianu, presidente della Confartigianato sarda, «per far conoscere i nostri prodotti fuori dall’Italia». Eppure gli sbocchi non mancano; l’export delle aziende sarde comprende ad esempio la lavorazione del legno e del sughero, le riparazioni, le manutenzioni e le installazioni di macchinari, la fabbricazione di oggetti in pelle, l’installazione di impianti, la produzione di oggetti in metallo, l’abbigliamento e gli alimentari. Insomma, settori in cui le aziende sarde hanno livelli di grande qualità. Un po’ diverso l’approccio all’export se si prende l’insieme delle esportazioni effettuate da tutte le imprese sarde. In questo caso si passa da due miliardi e 651 milioni di euro fatturati nei primi sei mesi dell’anno passato a due miliardi e 885 milioni del primo semestre di qeust’anno. In percentuale: +8,8 per cento. Di fronte a questi dati che fare? «Con le aziende dovrà proseguire il lavoro di formazione, di marketing e della ricerca di nuovi mercati», spiega Luca Murgianu, «a dimostrazione di come non sia più sufficiente che la Sardegna abbia ottime produzioni ma di come sia necessario cercare di trovare gli acquirenti attraverso nuove iniziative o tramite i canali informatici e telematici, come le vendite on line». Tra le province, Cagliari è la prima per export delle piccole imprese con 52 milioni su un totale di 2.705.000 di euro, (dato che comprende il petrolio della Saras), che però corrisponde all’1,9% del totale delle esportazioni provinciali manifatturiere. Segue Sassari con 35,5 milioni di euro su un totale di esportazioni pari a 85,4 milioni di euro. Risultato che piccolo è bello nell’impresa ma non per le esportazioni, in assenza di adeguati sostegni, a cominciare dalla comtinuità delle merci.

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