La fatidica scadenza del 17 dicembre si avvicina. Non è la data (21 dicembre) in cui finisce il calendario Maya ma sarà altrettanto catastrofica per molte famiglie italiane, che dopo aver incassato la tredicesima dovranno subito spenderla per un mega “regalo” allo Stato, sotto forma di Imposta municipale unica. A metà dicembre, infatti, scade l'ultima rata (la seconda o la terza, dipende dalle opzioni scelte) dell'Imu, l'imposta sugli immobili che ha sostituito la vecchia Ici. Entro lo scorso venerdì i Comuni dovevano comunicare al ministero delle Finanze le aliquote decise dai consigli comunali. Sulla base di queste aliquote, ora, si dovrà calcolare e poi versare il conguaglio di fine anno per prime e seconde case, immobili commerciali e terreni. Secondo le stime della Uil, pubblicate nei giorni scorsi, per le seconde abitazioni si arriverà a versare anche fino a 1.200 euro. La tredicesima degli italiani, dunque, è già impegnata: servirà per le tasse.
COME SI PAGA La novità vera del conguaglio riguarda le modalità di pagamento: fino ad ora, per le prime rate, è stato utilizzato il modulo F24, mentre il 17 dicembre si potranno utilizzare anche i bollettini (rintracciabili negli uffici postali, visto che il Governo nei giorni scorsi ha approvato il modello con un unico numero di conto corrente valido per tutto il territorio nazionale) da compilare secondo le modalità indicate.
RATE Per quanto riguarda poi la divisione della somma, i proprietari di prima casa potevano otpare per due o tre rate: chi ha scelto quest'ultima possibilità dovrà dunque versare solo un terzo dell'Imu, ma anche calcolare un conguaglio sulla base delle aliquote comunicate dal Comune dove si trova l'immobile. Infatti, le prime due rate sono state versate utilizzando le aliquote base fissate dal Governo (0,4% per la prima abitazione, 0,76% per seconde case e altri immobili e 0,2% per i terreni rurali). Ora, invece si dovrà tenere conto delle variazioni previste dai singoli Comuni che potevano aumentare o diminuire le aliquote fissate dall'esecutivo. Ecco, perché ora si dovrà calcolare il conguaglio.
IL CALCOLO Per stabilire quanto si deve pagare, bisogna partire dal valore catastale dell'immobile. Questa somma, che si può facilmente rintracciare nel rogito notarile, va poi moltiplicata per due maggiorazioni del valore catastale: il 5% e il 60%. Ottenuta la cifra, la si deve poi moltiplicare per le aliquote decise dal Comune (le delibere sono facilmente consultabili sui siti Internet delle amministrazioni comunali oppure nell'albo pretorio del municipio o ancora rivolgendosi all'Ufficio tributi e all'Agenzia delle entrate) e poi applicare le detrazioni: 200 euro per la prima casa e 50 euro per ogni figlio del nucleo familiare, fino a un massimo di altri 200 euro. Niente sconti invece per seconde case e altri immobili. A questo punto si ha la somma complessiva da versare, a cui vanno sottratte quelle già versate dai proprietari in acconto a giugno e settembre (quest'ultima solo per i proprietari delle prime case che hanno scelto una tripla rateazione). A questo punto non resta che pagare, con il modello F24 alla banca o alle Poste, oppure con il bollettino postale.
LE ALIQUOTE La maggior parte dei Comuni, anche nell'Isola, ha lasciato invariate le aliquote fissate dal Governo. Solo Cagliari, tra i capoluoghi di Provincia sardi ha aumentato quella per la prima casa, portandola in un primo momento allo 0,50 per poi ridurla allo 0,45%. Nuoro invece è l'unico centro (sempre tra i capoluoghi di provincia) che ha ridotto l'aliquota base (0,38%). Decisioni a macchia di leopardo invece per quanto riguarda le seconde case, con percentuali che vanno dallo 0,76 allo 0,98 (ad Alghero per fare un esempio). Alcuni centri turistici, invece, tra cui Domus de Maria e Arzachena, hanno deciso di abbassare l'aliquota sulla prima casa, favorendo così i residenti, e mantenendo invariata quella ordinaria (0,76%) che garantisce comunque un buon gettito grazie alla presenza di un alto numero di seconde case nel territorio comunale.
LE VARIABILI Per alcune abitazioni, inoltre, i Comuni hanno previsto eccezioni alle aliquote fissate per le seconde case. Infatti, la percentuale di calcolo dell'imposta può variare se la seconda casa è stata data in affitto a canone concordato oppure con i contratti da libero mercato. Allo stesso tempo, aliquote inferiori sono previste anche per i proprietari affetti da disabilità (in questo caso sugli immobili di residenza), costretti magari a risiedere in una casa di cura invece che nell'abitazione di proprietà. Infine, per essere certi di aver fatto il calcolo giusto per il conguaglio da versare entro il 17 dicembre, è sempre meglio rivolgersi a un Centro di assistenza fiscale oppure al proprio commercialista. E poi, purtroppo, non resta che pagare.
Giuseppe Deiana