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L'unione sarda. L'Isola non tradisce il segretario: per lui i tre quarti delle preferenze

Bersaniani soddisfatti. I fedelissimi del sindaco: bella battaglia

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La Sardegna non tradisce Bersani neppure al ballottaggio: come nel primo turno, il leader del Pd raccoglie nell'Isola percentuali migliori della media nazionale. Circa il 74%, a scrutinio quasi concluso, contro il 26 di Renzi. Circa 63mila i votanti, rispetto ai 75mila del 25 novembre. Ma alla fine sono soddisfatti tutti, bersaniani e renziani: anche chi esce dal campo sconfitto si accontenta del bel gioco.
I DUE FRONTI «L'ottimo risultato della Sardegna - commenta il segretario regionale del Pd Silvio Lai - consegna a Bersani la guida del centrosinistra e una responsabilità forte per la ripresa dell'Isola. Sono certo che Pier Luigi confermerà la forte richiesta di innovazione che viene dai cittadini». Da Lai anche tre «grazie»: agli studenti delle scuole superiori che stanno occupando gli istituti per difendere l'istruzione pubblica, «ai 2000 volontari sardi» che hanno lavorato per le primarie, e «ai partiti del centrosinistra che anche in Sardegna hanno lavorato insieme, Pd, Sel e Ps».
Chicco Porcu , uno dei big del Pd che hanno scelto Renzi, riconosce che «la vittoria di Bersani è netta, ma è stata una bella battaglia, abbiamo portato tanta gente a votare. Ora sarà responsabilità di entrambi costruire un centrosinistra unito, che si faccia carico anche delle domande di pezzi di società finora esclusi dalla politica». È d'accordo l'altro consigliere regionale renziano, il sassarese Gavino Manca : «Vista la differenza di forze in campo, con tutto lo stato maggiore del partito schierato per Bersani, il risultato di Matteo è ottimo. La partecipazione dei cittadini ha aperto una nuova strada per il centrosinistra».
IL PD Per Giampaolo Diana , capogruppo in Consiglio regionale, il voto dimostra che «la Sardegna conosce Bersani, le sue capacità di governo e il suo impegno per il lavoro. Il segretario è riuscito nel miracolo di unire tutti i progressisti, spesso divisi, e tutto il Pd: anche nell'Isola». Dalla segreteria nazionale, Marco Meloni sottolinea «la legittimazione della leadership di Bersani, sancita dal voto». Quanto alla convivenza futura tra le due anime del Pd, «non ho timori: non mi è piaciuto che Renzi evidenziasse un “noi” e un “loro”, ma so bene che chi l'ha votato è animato dai nostri stessi princìpi di lealtà al Pd e alla coalizione».
«Ha vinto una linea politica, non un uomo», riflette il deputato Paolo Fadda : «Una proposta per e non contro . Una bella giornata, una grande voglia di partecipazione che ora non possiamo deludere». «Ora basta con le conte interne», aggiunge un altro parlamentare, Giulio Calvisi : «Dobbiamo affrontare tutti insieme una battaglia per cambiare il volto di questo Paese». Roberto Deriu , presidente della Provincia di Nuoro e proto-candidato alle primarie per la Regione: «Il vero rinnovamento inizia con Bersani», dichiara, «sarà lui il garante non solo di un ricambio generazionale, ma di una rinnovata presenza del partito nella società».
GLI ALTRI PARTITI In Sardegna ha inciso sicuramente anche il voto vendoliano, che si era orientato apertamente verso Bersani: «Abbiamo votato convintamente per lui e siamo contenti di aver contribuito alla sua vittoria», conferma il coordinatore regionale di Sel Michele Piras , «credo che l'asse della coalizione stia nel rapporto tra lui e Vendola». Roberto Capelli, coordinatore dell'Api che al primo turno sosteneva Bruno Tabacci, si unisce alla soddisfazione per Bersani: «Ora spero che tenga conto del 40% di Renzi, e sicuramente lo farà. Confido molto nella serietà degli impegni del vincitore delle primarie».

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