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La nuova sardegna. Rinnovamento, smette chi ha tre legislature

Fuori quota nel Pd sardo Parisi e Cabras. Le candidature si intrecciano con quelle per la Regione

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CAGLIARI Non sarà rottamazione, come avrebbe voluto Renzi, ma Bersani ha affermato che l’impegno sul rinnovamento della delegazione parlamentare «non è una favola» e «sarà rispettato». La regola del Pd è quella delle tre legislature. I sardi che le hanno già superate sono due e sono nomi grossi: il primo è l’ex ministro Arturo Parisi, entrato alla Camera nel 1999 (venne eletto dopo le dimissioni di Romano Prodi, trasferitosi a Bruxelles) e confermato nel 2001, nel 2006 e nel 2008; l’altro è l’ex presidente della Regione Antonello Cabras, senatore dal 1996 con una parentesi da deputato dal 2001 al 2006. Ci saranno deroghe? Il clima sembra escluderle, ma non è detto che non ci sia qualche eccezione. Dalla delegazione eletta nella lista sarda del Pd è già uscita Luciana Sbarbati, che era stata candidata in quota Pri e che poi ha lasciato il gruppo democratico del Senato. Ha lasciato la politica attiva, invece, uno dei big sardi, Antonello Soro, alla Camera dal 1994 (è stato capogruppo sia della Margherita sia del Pd), che si è dimesso dopo essere stato eletto all’Autority della Privacy. Gli altri parlamentari del Pd isolano hanno una o due legislature. Sono alla prima il senatore iglesiente Francesco Sanna e i deputati Giulio Calvisi, Siro Marrocu, Guido Melis e Caterina Pes. Hanno due mandati il senatore Giampiero Scanu (anche se una alla Camera nell’ormai lontano 1994-1996) Amalia Schirru e Paolo Fadda. Sulla carta sono tutti ricandidabili, ma alcune cose potrebbero cambiare se sarà riformata o meno la legge elettorale. Con il passaggio dal sistema di nomina a quello delle preferenze (è invece difficile se non impossibile ritornare ai collegi uninominali) ci potrebbero essere delle novità: perché nel gioco delle preferenze bisogna tenere presente il peso di ciascun candidato nei territori, in modo da non disperdere voti e favorire altre liste nelle zone eventualmente lasciate scoperte. La partita delle candidature è comunque ancora aperta non solo in attesa che si conosca la legge elettorale con cui si voterà, ma anche per l’intreccio con le elezioni regionali del febbraio 2014. Infatti nel gruppo regionale del Pd sono numerosi gli esponenti del Pd che hanno raggiunte due legislature, il tetto massimo (salvo deroghe) per questo livello. Tra i possibili papabili per una candidature al Parlamento circolano, al momento, pochi nomi, tra i quali i nuoresi Francesca Barracciu, vice segretaria regionale, e Giuseppe Luigi Cucca, più il vice presente regionale Mario Bruno, algherese. E c’è chi prevede anche la candidatura di Renato Soru, che al momento sembra però molto coperto. Un nome che si è affacciato alla ribalta in queste primarie è il sassarese Gavino Manca, che nella sua città e nella sua provincia è andato molto bene nel sostegno a Renzi. Manca, che alla Regione ha due legislature, potrebbe essere proposto per la Camera nel caso che venga confermata ufficialmente l’uscita di scena di Parisi.Non ha invece avuto un buon risultato l’altro consigliere renziano, Chicco Porcu, che a Cagliari non è riuscito a brillare nel sostegno al rottamatore. Infine, la possibilità che si voti subito anche per la Regione ha riaperto nel Pd i contatti sul futuro candidato alla presidenza. Scelta in grado di modificare gli attuali equilibri.

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