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L'unione sarda. Catene a bordo, appello all'Anas

La Regione chiede il ritiro: vertice con prefetture e Polstrada

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Per ora l'ordinanza resta in vigore, ma qualche spiraglio perché l'Anas cambi idea c'è. Il “caso” delle catene obbligatorie sulla Carlo Felice è stato affrontato ieri durante un incontro tecnico alla Regione. L'ordinanza (che dal primo dicembre al 15 marzo impone agli automobilisti sardi di viaggiare con le catene o con gli pneumatici invernali nel tratto della Carlo Felice tra i chilometri 137,900 e 179,500, quello che attraversa l'altopiano di Campeda, percorso ogni giorno nei due sensi di marcia da 6 mila auto) è ancora in vigore. Domani, in viale Trento, è stato convocato un nuovo vertice con prefetture e polizia stradale: si cercherà di capire se il provvedimento potrà essere modificato. Pur dimostrando un'importante apertura, l'Anas ha vincolato questa possibilità all'esito del confronto.
L'INCONTRO La riunione di ieri era stata richiesta da Confindustria, che aveva giudicato «insensata» l'ordinanza per il tratto della Statale 131 che attraversa i territori di Borore, Macomer, Birori, Bortigali, Cossoine, Giave, Cheremule, Torralba e Bonnanaro. Ieri mattina in viale Trento gli assessori ai Lavori pubblici e ai Trasporti, Angela Nonnis e Christian Solinas, hanno discusso a lungo con il capo compartimento dell'Anas Oriele Fagioli, con Protezione Civile e rappresentanti territoriali di Confidustria. La richiesta avanzata dagli assessori all'Anas è stata quella di revocare l'ordinanza e di modificarne l'applicazione in funzione dei reali rischi meteorologici.
LA REGIONE Gli assessori hanno proposto inoltre di incrementare l'informazione diretta agli automobilisti attraverso l'utilizzo di pannelli a messaggio variabile collegati a centraline di rilevazione delle condizioni atmosferiche. «Prima di tutto pretendiamo dall'Anas maggior coordinamento con la Regione», ha detto l'assessore Nonnis, «soprattutto in casi come questo in cui si tratta di emanare disposizioni generali con ricadute dirette sugli automobilisti. Avremmo voluto saperlo prima», ha proseguito Nonnis, invocando un'applicazione delle norme meno rigida e più attenta al contesto sardo. Identico appello al buon senso è stato lanciato dall'assessore Solinas. «Possiamo cercare di assumere la ragionevolezza come canone interpretativo della circolare del ministero dell'Interno che impone l'obbligo di catene anche senza la neve», ha spiegato il responsabile dei Trasporti, «auspicando che si contemperino le sacrosante esigenze di sicurezza con quelle del trasporto pubblico, degli operatori commerciali e naturalmente degli automobilisti sardi». L'incontro è stato quindi aggiornato a domani, accogliendo la richiesta dell'Anas di allargare il tavolo alle prefetture e alla polizia stradale. «A seguito degli esiti della prossima riunione l'Anas si è detta disponibile a modificare l'ordinanza», ha fatto sapere Nonnis. L'Ente strade ha ribadito che il provvedimento è stato emanato in attuazione delle norme che hanno modificato alcune disposizioni del Codice della strada. Tuttavia, il clima in Sardegna non sarebbe così rigido da giustificare una simile prescrizione. Secondo i dati della stazione Arpas di Macomer-Campeda i giorni in cui, nel tratto stradale in cui vige l'obbligo di catene, la temperatura è stata uguale o pari allo zero da dicembre a marzo sono stati pochi: 18 tra gennaio e marzo del 2012, 24 nel 2011 e 26 nel 2010.
LE PROTESTE Da qui la protesta del leader di Confindustria sarda Alberto Scanu, ma anche dei rappresentanti degli autotrasportatori. Valentina Codonesu, responsabile dei Trasporti della Cna ha ricordato che «per i tir la spesa è di 300 euro a gomma, per le auto da 60 a 100 euro. Ci sono aziende di autotrasporto che dovranno sborsare anche 20 mila euro per i loro tir».

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