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La nuova sardegna. Ganau chiede le primarie. Lai: si faranno

Nel Pd il sindaco apre il confronto sulle candidature a Camera e Senato. Ed esplode il caso del superaffollamento a Sassari

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di Filippo Peretti

CAGLIARI La macchina delle primarie non sarà smontata. Il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, ha chiesto che venga utilizzata per scegliere anche i candidati alla Camera e al Senato. Un impegno preso da Pierluigi Bersani subito dopo la vittoria sul rottamatore Matteo Renzi e confermato ieri dal segretario regionale, Silvio Lai: «Le primarie si faranno». «Le primarie del centrosinistra – ha dichiarato Ganau – hanno confermato che gli italiani e i sardi vogliono partecipare direttamente alla scelta dei candidati. Un successo che va oltre ogni più rosea previsione e che a questo punto indica una strada oramai senza ritorno: le primarie sono imprescindibili prima di ogni momento elettorale». Per quanto riguarda le politiche «per due legislature gli italiani sono stati costretti a votare le liste bloccate formate dai partiti e c’è il rischio concreto che anche alle prossime elezioni politiche i cittadini non abbiano la possibilità di esprimere la loro preferenza per i candidati». Da qui la richiesta delle primarie. L’idea del Pd nazionale è che le primarie si terranno se resterà il “Porcellum”, mentre non si faranno se saranno reintrodotte le preferenze: a quel punto i candidati si misueranno direttamente alle elezioni. Per i listini nel proporzionale senza preferenze (in Sardegna ci sarebbero due posti per la Camera e uno per il Senato) si seguirebbero criteri omogenei in tutte le regioni. Benché Ganau non possa candidarsi alle elezioni politiche perché non si è dimesso entro il termine del 30 ottobre, la sua mossa ha fatto emergere un sovrallamento di candidature del Pd proprio a Sassari: ne sono emerse già cinque solo per le politiche. Mentre il nome di Ganau viene fatto sin dalla sua rielezione del 2010 come candidato alla presidenza della Regione, nel 2014. Il Pd sassarese ha due deputati uscenti: Arturo Parisi (che ha superato il limite di mandati) e Guido Melis, che, alla prima legislatura, sembra intenzionato a riproporsi per la seconda. L’area ulivista e ora renziana punterà a sostituire l’ex ministro con il consigliere Gavino Manca, protagonista di un exploit a sostegno di Renzi. Ma alla candidatura sembrano puntare con decisione anche Mario Bruno (che però da vice presidente del Consiglio regionale potrebbe ottenere una deroga per il terzo mandato a Cagliari), la presidente della Provincia Alessandra Giudici (il patto sulle quote rosa la favorirebbe) e il segretario regionale Silvio Lai, che, dopo l’ottimo successo di Bersani in Sardegna (seconda regione d’Italia per preferenze percentuali), viene dato assolutamente in pole position. Insomma, un vero e proprio ingorgo. Le soluzioni non sono facili da trovare anche se il quadro si allarga alla Regione: degli attuali sassaresi, solo Bruno e Manca hanno due legislature, per cui i posti liberi sono pochi. Tenendo anche conto che le primarie ci saranno di certo per le elezioni regionali. La mossa di Ganau ha aperto un confronto interno già molto teso e sinora del tutto coperto. Il sindaco terminerà il secondo mandato nel 2015 e potrebbe essere tentato di lasciare in anticipo per passare alla Regione. Il suo interesse sulle primarie per le elezioni politiche può essere un modo di rimanere in sintonia con gli elettori su un tema molto popolare, ma può essere anche il tentativo di far mandare subito a Roma eventuali rivali nella corsa regionale.

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