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La nuova sardegna. In tribunale 19 consiglieri del gruppo misto

Sono accusati di peculato dopo la denuncia di una funzionaria che sostiene di aver subìto mobbing

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CAGLIARI Mobbing, maltrattamenti, un taglio netto allo stipendio, infine l’esclusione da ogni incarico di lavoro: la vittima si chiama Ornella Piredda, l’ex funzionaria del gruppo misto in consiglio regionale che con le sue denunce ha portato in tribunale venti consiglieri con l’accusa di peculato legata all’uso dei fondi destinati ai gruppi politici e ha aperto la strada a un’indagine che coinvolge complessivamente 118 membri delle ultime due assemblee di via Roma. Ora la presidenza della Regione potrebbe essere chiamata a risarcirle i danni, perché secondo il pm Marco Cocco il presunto colpevole di quei reati è il sardista Giuseppe Atzeri, tra il 2004 e il 2009 presidente del gruppo in cui la Piredda lavorava. Ieri la funzionaria si è presentata nelle vesti di parte offesa all’udienza davanti al gup Cristina Ornano e il suo legale, l’avvocato Andrea Pogliani, ha depositato un’istanza perché la Regione venga chiamata in giudizio come responsabile civile. Se la richiesta verrà accolta dal giudice e se Atzeri verrà condannato per i reati che riguardano i suoi rapporti con la Piredda - maltrattamenti e lesioni - l’ente pubblico risponderà dei danni «in solido» con l’ex consigliere sardista, per il quale ieri l’avvocato Agostinangelo Marras ha chiesto il non luogo a procedere, così come tutti gli altri difensori. Marras ha sostenuto fra l’altro che la prova dell’uso improprio dei fondi, gli ormai famosi 2500 euro che i consiglieri incassavano e spendevano ogni mese in attività per l’accusa lontane dalla destinazione di legge, dev’essere dimostrata dal pm. Quindi non basta, per il difensore, verificare la mancata rendicontazione ma va dimostrato che quei soldi siano stati usati per scopi non consentiti dalle norme. Una tesi opposta a quella sostenuta dal giudice Ornano nell’ordinanza del 24 ottobre scorso, nella quale il ragionamento dell’accusa ha trovato conferma. Ieri hanno parlato anche gli avvocati Massimiliano Ravenna, Marco Aste e Francesco Macis, il 10 dicembre sarà la volta degli altri difensori mentre il 17 è la data stabilita dal gup per la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio, che riguarda diciannove indagati: Oscar Cherchi (Pdl, attuale assessore all'agricoltura), Mario Floris (Uds, attuale assessore al personale), Giommaria Uggias (Idv, europarlamentare), Salvatore Amadu (Pdl), Renato Lai (Pdl), Alberto Randazzo (Udc), Giuseppe Atzeri (Psd'az),Beniamino Scarpa (prima Psd'Az, poi Pd), Maria Grazia Caligaris, Raimondo Ibba, Raffaele Farigu, Pierangelo Masia, Giuseppino Balia (Socialisti), Carmelo Cachia (Pd), Giuseppe Giorico (Udeur), Sergio Marracini (Udc), Salvatore Serra (Sa) e Vittorio Randazzo (Udc). Ha scelto il rito abbreviato Adriano Salis (Idv) che sarà processato il 6 febbraio, mentre è già a giudizio, il senatore Silvestro Ladu (Pdl): udienza l’11 gennaio. (m.l)

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