di Giovanni Maria Sedda

OLZAI Un’anziana donna di Olzai, Giovanna Maria Pulis, a letto da oltre un mese a seguito di un intervento chirurgico di protesi d’anca sinistra, si era lamentata sulle colonne del giornale per la sospensione di qualche giorno della fisioterapia a cui era stata sottoposta per la riabilitazione. Proprio in riferimento a quell’articolo, che riportava la lettera scritta dalla stessa Pulis all’Asl di Nuoro è intervenuta, con un comunicato il medico Anna Pirari, direttrice del Servizio di Riabilitazione dell’Asl nuorese. Nella nota si precisa: «Il servizio di Riabilitazione serve il capoluogo e i 19 comuni ricadenti nel Distretto Sanitario di Nuoro, per un totale di circa 90mila utenti, con prestazioni ambulatoriali e domiciliari. Nel caso specifico _ spiega la dott.ssa Pirari _ la signora Pulis è stata presa in carico, in trattamento domiciliare, dopo solamente tre giorni dalla dimissione dal reparto, con modalità di inserimento diretto e senza ulteriori passaggi, come previsto dalle procedure interne del servizio; si suppone che il personale della riabilitazione del reparto di degenza avesse già istruito la paziente e i suoi familiari, per i primi giorni, sulla corretta gestione a domicilio; la fisioterapista, pur avendo un carico di lavoro completo, verificata l’urgenza, erogava un trattamento trisettimanale (al momento l’unica frequenza possibile). Dopo alcuni giorni, dovutasi assentare la fisioterapista per giustificati e improvvisi motivi familiari, la paziente veniva prontamente avvisata dalla coordinatrice del Servizio, che la rassicurava sul fatto che al più presto, non appena possibile, sarebbe stato ripreso il trattamento». Per queste ragiooni la direttrice Pirari ritiene che la definizione di “grave inadempienza al dovere terapeutico e riabilitativo” sia offensiva nei confronti di quanti, giorno per giorno, svolgono il proprio lavoro con coscienza e impegno.