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L'unione sarda. Delitto Dore, giovani ascoltati dagli inquirenti

GAVOI. In commissariato

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A un mese esatto dall'ultima trasferta, il procuratore della Dda Mauro Mura, il sostituto Danilo Tronci e i dirigenti delle squadre mobili di Cagliari e Nuoro, Leo Testa e Fabrizio Mustaro, sono tornati ieri a Gavoi per nuovi interrogatori. Così, a un mese e mezzo dalla svolta dell'inchiesta sull'omicidio di Dina Dore - arrivata a metà ottobre dopo (ma la notizia non è confermata) una rivelazione in forma anonima - il cerchio si stringe.
FILA IN COMMISSARIATO Ieri mattina sono stati convocati in commissariato diversi giovani del paese e i vicini della casa del delitto. Testimoni mai sentiti e altri già interrogati nelle scorse settimane. Non sono stati chiamati i familiari della vittima che erano stati ascoltati un mese fa. Francesco Rocca, il vedovo, venne convocato in commissariato alle 11 di notte e per un'ora rispose alle domande del pm Danilo Tronci e del commissario Leo Testa. «Sorpreso e choccato, ecco come mi sento - ha detto poi a L'Unione Sarda -. Non mi aspettavo un interrogatorio così». Quel giorno erano state ascoltate anche la suocera di Dina Dore a cui gli inquirenti hanno fatto domande sul patrimonio della famiglia, e la sorella della vittima, Graziella Dore, che ha sempre ripetuto: «Volevano ucciderla». Il tempo le ha dato ragione. Da un mese e mezzo gli inquirenti della Procura distrettuale antimafia e della Mobile di Nuoro e Cagliari - che indagavano per sequestro di persona a scopo di estorsione e morte come conseguenza del reato - parlano di un omicidio su commissione. Quattro anni dopo il delitto, gli inquirenti valutano una nuova ricostruzione: quando alle 18 e 40 del 26 marzo 2008 Dina Dore arrivò e parcheggiò la sua Punto rossa in garage, gli assassini (due o tre) l'attendevano nascosti in casa. La prima ipotesi era stata quella di un agguato avvenuto nel garage, con i killer che fino a quel momento dovevano essere appostati al buio, nel vicolo sul quale si affaccia l'abitazione. Ma, visto che nessuna porta e nessuna finestra era stata forzata, adesso gli investigatori mettono in conto pure l'ipotesi che chi ha ucciso la casalinga di Gavoi sia entrato nella palazzina usando le chiavi.

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