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L'unione sarda. L'assessore tenta di mediare con i macellatori

AGNELLO IGP. Niente intesa sul prezzo

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Restano ancora distanti le posizioni tra le quattro organizzazioni dei produttori (Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri) e i macellatori sardi. Non c'è accordo sul prezzo degli agnelli alla vigilia delle festività natalizie e tanto meno sull'arrivo nel mercato di agnelli stranieri “a basso costo”. Ieri sarebbe dovuta esserci la firma definitiva per avviare in tutta la Sardegna la valorizzazione del marchio Igp “Agnello di Sardegna”, ma la sottoscrizione è slittata. C'è stata invece una conferenza stampa dell'assessore regionale dell'Agricoltura, Oscar Cherchi, a cui non hanno partecipato i macellatori. Erano presenti soltanto i vertici dei produttori, del Consorzio di tutela e di Laore.
IL CARTELLO L'altro ieri, le quattro associazioni hanno accusato i macellatori di fare cartello. A riprova ci sono le ultime aste, andate deserte, dei gruppi d'acquisto del Nord Sardegna. Questo atteggiamento scorretto non è tollerabile, secondo le associazioni, che si interrogano sull'opportunità di siglare il protocollo sull'agnello Igp, con una categoria scorretta che non rispetta gli accordi. «Il prezzo degli agnelli, pagato ai produttori, nelle scorse settimane aveva raggiunto i 4,85 euro al chilo a peso vivo (tutto l'agnello compresa la pelle)», spiegano le associazioni, «un valore dignitoso che i macellatori hanno voluto azzerare ribassando il prezzo sino a 4 euro».
I NUMERI Attualmente, il marchio Igp (un quadrilatero verde con un agnello stilizzato) può essere utilizzato da circa tremila allevatori che hanno aderito al disciplinare. Si tratta di 138 mila capi ovini venduti sul mercato con questo marchio nel 2011, mentre nel 2010 erano 68 mila. L'obiettivo dell'assessorato è arrivare a quota 500 mila a fine 2012. I macellatori autorizzati a utilizzare il marchio sono invece 23 più due in attesa di autorizzazione (dati al 27 novembre del consorzio Igp).
IL MARCHIO I consumatori possono riconoscere l'Agnello di Sardegna principalmente per due fattori: se venduto intero, arriva sul bancone della macelleria con la testa e il suo peso non è maggiore di 10 chili. Il disciplinare di produzione prescrive che gli agnelli siano nati in Sardegna da pecore di razza sarda, allevati in libertà, alimentati con latte materno e con elementi naturali dei pascoli isolani. L'assessore Cherchi ha auspicato che «nelle prossime ore ci sia la firma di un accordo di filiera tra la Regione, Laore, associazioni di categoria e macellatori». Intanto, verrà avviato un progetto pilota di 18 mesi su tre macelli per tracciare elettronicamente tutto ciò che è Agnello di Sardegna. Nei periodi precedenti alle festività di Natale e Pasqua, gli agnelli venduti come sardi in campo nazionale sono 5 milioni, mentre quelli prodotti nell'Isola sono 1,5 milioni.
Lanfranco Olivieri

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