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Unione sarda. «Governo Monti a casa»

Alfano sale al Colle e apre la crisi: «Finita l'esperienza dei tecnici» Prima del voto Napolitano chiede di approvare la Legge di stabilità

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ROMA Silvio Berlusconi ha chiuso l'esperienza Monti e dà garanzie solo per l'approvazione della Legge di stabilità. Ora si viaggia a tappe controllate verso elezioni a marzo, probabilmente il 10. A pilotare la crisi - che un tempo sarebbe stata definita extraparlamentare - c'è Giorgio Napolitano, che già da giovedì ha preso saldamente in mano la situazione lasciando fuori dai venti romani il premier Mario Monti, ieri con la moglie alla prima della Scala in una Milano imbiancata.
LE CONSULTAZIONI A Roma la giornata politica si è divisa in due: la mattinata ha sancito di fatto l'apertura sostanziale della crisi (con la frase simbolo di Alfano: «L'esperienza del governo Monti è finita») e l'inizio della campagna elettorale. Il pomeriggio è stato usato dal presidente della Repubblica per riflettere con le alte cariche e i leader dei partiti di maggioranza su come impostare la road map verso le elezioni e, soprattutto, su come portare a casa alcuni provvedimenti «irrinunciabili» per il Colle.
L'IMMEDIATO FUTURO Ma il sentiero si va stringendo e Napolitano sta facendo del proprio meglio affinché il cammino sia il più soft possibile per non allarme i mercati. Nessuna sfiducia a Monti, quindi, scioglimento a gennaio (tra il 10 e il 20) e voto a marzo, probabilmente il 10. Forse un mini election-day, con il Lazio fuori, visto che le elezioni sono state confermate per il 3 febbraio. Ma secondo quanto hanno riferito fonti della maggioranza, dopo i colloqui pomeridiani al Quirinale, il Pd avrebbe chiesto a Napolitano di non mettere troppa carne al fuoco viste le dichiarazioni bellicose di Alfano alla Camera. Troppi ostacoli da qui alle elezioni rischierebbero di danneggiare l'immagine di Monti. Inoltre, in questa situazione anche il Pd sarebbe costretto a dare battaglia sui provvedimenti per non lasciare la campagna elettorale nelle mani di Berlusconi. Ecco perchè la sintesi della giornata sembra essere un invito comune al Colle affinché faccia presto e chiuda il prima possibile. Intanto il cavaliere serra le fila, stilando le pagelle di parlamentari affidabili o incerti. Ieri è tornato a farsi sentire l'ex ministro Scajola, che era parso puntare forte sulla novità Alfano: «La vittoria della sinistra non è scontata, lavoriamo per riunire il partito e per vincere».
I VERTICI La giornata si era aperta con l'incontro tra Napolitano e Alfano, convocato per conoscere le posizioni del Pdl. Poco dopo, in aula alla Camera, il segretario del Pdl ripeteva pubblicamente quanto detto a Napolitano sancendo la fine dell'esperienza Monti. Quindi, con un discorso aggressivo e chiaramente elettorale, apriva di fatto le ostilità. Immediatamente prima Pierluigi Bersani aveva dato la disponibilità del Pd a sostenere ancora il governo per i provvedimenti essenziali ma aveva detto con chiarezza che il suo partito non si sarebbe fatto logorare: «Noi abbiamo una parola sola e saremo leali e siamo pronti a esserlo fino alla fine della legislatura. Leali nel sostegno al governo e alle indicazioni del capo dello Stato. Ma non siamo ingenui e non ci mettiamo sulle spalle il peso della vostra propaganda».
DELOGU COL CAV «Ho molto apprezzato l'iniziativa assunta da Silvio Berlusconi e da Maurizio Gasparri di non votare al Senato la fiducia al governo Monti sul decreto legge Sviluppo - ha detto ieri il senatore del Pdl Mariano Delogu - io, nel mio piccolo, avevo preso la stessa decisione il giorno prima ed ero ripartito per Cagliari in quanto non volevo votare una legge che, tra l'altro, avrà l'effetto di ridurre il numero dei collegamenti aerei tra la Sardegna e la Penisola con l'intento, non tanto celato, di favorire l'Alitalia nell'accrescimento del suo potere monopolistico, del quale ho avuto la controprova proprio nella serata di mercoledì scorso». L'ex primo cittadino di Cagliari racconta quanto ha toccato con mano: «Tutti gli aerei in partenza da Fiumicino hanno subito ritardi a causa del maltempo - racconta - guarda caso il maggior ritardo lo ha registrato, come risultava dai tabelloni elettronici, il volo per Cagliari che è partito alle 23,45 invece che alle 21,15: due ore e mezzo dopo».

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