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L'unione sarda. I macellatori: nessun cartello

AGNELLI IGP. La Confcommercio respinge le accuse degli allevatori

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«Nessun cartello, nessun complotto e, soprattutto, nessuna intenzione di voler penalizzare pastori e allevatori sardi nella vendita degli agnelli di produzione isolana». I macellatori sardi respingono le accuse di Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri: «Sono immotivate, vittimistiche e fuorvianti».
I CONSUMI I produttori, dice Roberto Loriga, rappresentante di Confcommercio, «stanno fornendo letture distorte di una situazione del mercato degli agnelli sardi, che i morsi della crisi stanno rendendo sempre più complessa e difficile». E proprio la drastica contrazione dei consumi, che impone di navigare a vista e di non caricarsi di quantità di prodotto che il mercato non è in grado di assorbire, «induce macellatori e distributori a essere più cauti nelle politiche di acquisto e di commercializzazione degli agnelli sardi, per cui si tende ad acquistare di volta in volta dai produttori i quantitativi ritenuti più vicini alle effettive esigenze della domanda».
IL PREZZO Questa la verità dei macellatori portata come giustificazione delle ultime aste andate deserte. «Al tempo stesso, tuttavia, pastori ed allevatori non possono inscenare vittimismi immotivati e creare allarmismi e confusioni, affermando ad esempio che il prezzo dell'agnello vivo è di 4 euro al chilo e omettendo che un chilo dello stesso prodotto a peso morto corrisponde a circa 7 euro», la somma corrisposta agli allevatori, continua Loriga. «Se si considera poi che il prezzo medio dell'agnello sardo al banco finale di vendita si aggira sugli 8,9 euro al chilo, appare evidente che nell'esiguo margine di 1,90 euro devono rientrare le spese di trasporto, macellazione e distribuzione. Altro che speculazione», precisa Loriga. «Appare poi evidente che il prezzo del macellatore ai dettaglianti non può superare i 7-7,20 euro per chilo». Per i macellatori, dunque, «è ingiusto fare apparire come speculativa la differenza tra il prodotto vivo e il prodotto commercializzato, tacendo le varie fasi che portano al prezzo finale». Peraltro, sottolinea Loriga, «i prezzi di quest'anno sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto allo scorso anno sia nell'acquisto sia nella vendita, nonostante la lievitazione dei costi generali. Ed è noto», osserva ancora Loriga, «che il significativo incremento della domanda si verifica, purtroppo, solo nell'imminenza delle festività natalizie e non per la festa dell'Immacolata».
L'INCONTRO I macellatori sardi, in ogni caso, sono pronti a confrontarsi insieme con l'assessore regionale dell'Agricoltura, «non certo per la mediazione di una contrapposizione che non esiste, ma per rivendicare la giusta tutela dell'agnello sardo, come prodotto Igp». ( lan. ol. )

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