Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La nuova sardegna. Per gli operai Legler un futuro da inventare

Con la mobilità chi ha meno di 50 anni presto non beneficerà più degli ammortizzatori sociali

Condividi su:

di Tito Giuseppe Tola

MACOMER Il passaggio dalla cassa integrazione alla mobilità era ineluttabile, ma i dipendenti della Legler più giovani – quelli con meno di 50 anni che non saranno accompagnati alla pensione con la mobilità lunga della legge Maroni e non vengono utilizzati da enti e associazioni che integrano il reddito da fame degli ammortizzatori sociali – speravano di poter continuare in quello status. Di fatto erano ancora dipendenti dell’azienda tessile fallita. Ora è finito tutto. Dal primo gennaio saranno dei disoccupati. Al massimo (vale per chi nel frattempo compirà 50 anni) potranno beneficiare degli ammortizzatori sociali per altri quattro anni. I più giovani solo per due. Dopo che il curatore fallimentare ha aggiudicato l’asta per la vendita delle macchine della Legler Macomer, la partita dei dipendenti entra in una dimensione diversa, quella delle mobilità che la riforma Fornero restringe entro tempi definiti. L’asta per la vendita del patrimonio aziendale si è conclusa (restano i termini per eventuali ricorsi, ma poiché c’era una sola offerta, è da escludere che ne vengano presentati). C'è anche da credere che questa volta i compratori turchi ai quali è stata aggiudicata l’asta non perderanno la caparra già versata, ma concluderanno l’operazione col saldo che perfezionerà l’acquisto dei beni. Dal primo gennaio, intanto, sarà mobilità per tutti. Anche per gli ex dipendenti delle aziende di Ottana e Siniscola. Sono interessati 432 lavoratori, dei quali 89 dello stabilimento di Macomer, 253 della fabbrica di Ottana e 90 di quella di Siniscola. Dalla Legler di Ottana sono andati via in tanti. Quando iniziò la crisi che portò alla fermata e alla chiusura dello stabilimento, erano 320. Quelli della fabbrica di Ottana sono i più giovani e più della metà ha meno di 40 anni. Situazione simile anche a Macomer e a Siniscola dove agli inizi dell’ultimo decennio erano state fatte delle assunzioni. La gran parte di questi lavoratori potrà stare in mobilità al massimo per due anni. Fra i lavoratori ex Legler che col nuovo anno saranno collocati in mobilità c’è rabbia e rassegnazione. Non hanno voglia di parlare per dire che futuro si aspettano. Diversi sono sposati. Qualcuno era stato assunto subentrando al genitore che, al momento di andare in pensione, per sistemare il figlio, aveva rinunciato al Tfr, «ma niente nomi, per carità!». Nessuno fa mistero di fare dei piccoli lavori in nero. Speranze di lavorare mettendosi il regola non ce ne sono. «Non ci consideriamo evasori – dicono – e neppure ladri. A noi hanno rubato il lavoro e il futuro». Con la mobilità percepiranno qualcosa in più rispetto alla cassa integrazione in deroga che durava da anni, ma la scadenza è stabilita e difficilmente si andrà oltre. Quattrocento lavoratori che diventano disoccupati senza reddito sono una bomba sociale che in provincia di Nuoro potrebbe avere effetti dirompenti. «Senza lavoro e senza reddito – dice Jose Mattana della Cgil – subentra la disperazione. Molti di questi lavoratori hanno una famiglia da mantenere. È necessario che, come si è fatto per il Sulcis, s’intervenga anche per i lavoratori Legler. Bisogna farlo al più presto perché, se le cose degenerano, non sarà facile riportare sotto controllo una situazione esplosiva. È necessario che la Regione pensi anche agli ex Legler e non solo. In provincia di Nuoro c’è tutto il settore tessile che attende risposte. Su questi temi non c’è stato mai un confronto con la Regione. Sul tessile c’è stata solo negligenza e non curanza da parte di tutti. Non vorrei che fosse già tardi per fare qualcosa».

Condividi su:

Seguici su Facebook