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L'unione sarda. Niente latte, arriva la carne

Confindustria difende l'investimento del Gruppo Forma

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Sembra destino che ogni nuovo investimento finisca per scontare vecchie contraddizioni e scatenare polemiche dove il futuro si scontra col passato. Anche una buona notizia come l'intervento del Gruppo Forma nel settore della trasformazione delle carni (30 nuovi posti di lavoro) finisce a Macomer per cozzare, tra silenzi e mezze verità, sul destino del Consorzio latte, organismo sospeso nel limbo del fallimento o della liquidazione.
COLDIRETTI E MANINCHEDDA Gli imprenditori del settore macellazione (una cui esponente, Daniela Forma, è presidente del Consiglio provinciale con tessera Pd), hanno infatti collocato la loro iniziativa in un capannone del Consorzio Latte. Operazione contestata dalla Coldiretti (il cui direttore regionale Luca Saba ha parlato di sub-affitto di una struttura concessa gratuitamente dalla Regione e chiesto l'intervento della Corte dei Conti) e difesa dal consigliere regionale Paolo Maninchedda che, evitando di coinvolgere gli assessori regionali interessati, chiede ai direttori generali degli assessorati all'Agricoltura e alla Programmazione, la convocazione di un incontro con tutti i soggetti interessati, sindaci compresi.
NOTA IMPERSONALE Ad avallare sostanzialmente la posizione di Maninchedda è la Confindustria che ieri in un documento senza firma, forse perché il presidente dello sportello del Marghine dell'associazione imprenditoriale è Lorenzo Sanna, responsabile della produzione del Consorzio Latte e direttore dello stabilimento Foi-Auricchio di Tossilo. Nel suo equilibrismo, Confindustria evita anche di citare proprio il Consorzio Latte, parlando genericamente dell'uso di «parte di un capannone inutilizzato». In realtà - ragionamento innescato da Luca Saba - anche quella struttura è di proprietà regionale, costruita e attrezzata con soldi pubblici e affidato al Consorzio Latte per mettere gli impianti a disposizione delle imprese lattiero-casearie, privati e cooperative. Non a caso pare che nel locale affidato al Gruppo Forma sia collocato un impianto ( Helten ) per la conservazione del pecorino sardo.
CONFINDUSTRIA «Il Gruppo Forma - si legge nella nota dell'Associazione industriali Nuoro-Ogliastra - rappresenta un'importante eccellenza produttiva locale che, in assoluta controtendenza rispetto alla devastante crisi economica e sociale del nostro territorio, ha avviato una nuova linea produttiva e ha già assunto trenta dipendenti di cui molti, fatto non secondario, sono stati selezionati dalle liste del personale in cassa integrazione, in mobilità o, più comunemente, dalle liste di disoccupazione».
CASSINTEGRATI DI SERIE B Nessuna parola da parte di Confindustria sui 14 operai (oltre gli stagionali rimasti senza lavoro) del Consorzio Latte che sembrerebbero esclusi dall'operazione. Cassintegrati il cui futuro sta a cuore invece a Maninchedda, puntiglioso nel ricordare che i finanziamenti concessi allo stesso Consorzio Latte «prevedevano per la loro legittimità e non revocabilità, l'incremento e non il decremento occupazionale».
INVESTIMENTO CORAGGIOSO Confindustria, comunque, evita di scendere nei particolari e, sul livello generale, definisce «incomprensibili le perplessità manifestate da alcune organizzazioni agricole» e ritiene che la nuova attività produttiva del Gruppo Forma «vada invece sostenuta e incoraggiata, anche perché si sviluppa in un'area a rischio di desertificazione industriale e in cui tutto il comparto agricolo e agroalimentare soffre della grave crisi dei consumi». Sempre secondo l'associazione impreditoriale «il nuovo impianto dei Forma è una realtà produttiva all'avanguardia in Europa, ed è importante per tutta la Sardegna perché offre ottime opportunità per tutto il comparto regionale delle carni nell'ottica di una valorizzazione delle filiere locali del bovino, del suino e dell'ovi-caprino».
POLEMICHE DELETERIE «Non capiamo - conclude la nota di Confindustria - che cosa possa esserci di anomalo nell'adattare a nuove esigenze parte di un capannone inutilizzato: in un'area industriale da anni in sofferenza, dove non mancano strutture vuote ed abbandonate, si è scelto di non costruire nuovi immobili e di riutilizzare quelli già esistenti. È opportuno evitare polemiche in un momento in cui le imprese hanno ben altri problemi da affrontare. Ancor più non serve gettare ombre su un'azienda modello per tutta l'Isola, che in un momento economico così difficile ha deciso coraggiosamente di fare innovazione, ampliare l'attività, creare occupazione e investire proprio a beneficio di tutta la filiera agricola e agroalimentare».

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