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L'unione sarda. Scuola, caos sul concorso

Al Codacons 51 ricorsi di precari che chiedono stabilizzazione I sindacati: «Troppe incompatibilità, per questo si va in Tribunale»

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Vizi di incostituzionalità, ombre procedurali e proteste. Ancora nubi sul concorso per l'assegnazione di nuove cattedre (11.542 in Italia, 280 in Sardegna) nella scuola bandito dal governo Monti, cui parteciperanno 7.497 insegnanti sardi e 231 mila in tutta Italia. I ricorsi contro le incompatibilità non si contano e molti riescono a ottenere ragione dai giudici amministrativi. È il caso dei quattro sardi che potranno partecipare alle prove preselettive del concorso per una cattedra di scuola superiore dal quale erano stati inizialmente esclusi. Il loro ricorso, dopo l'esclusione per le incompatibilità stabilite dal bando, è stato accolto: i quattro sono stati ammessi alle prove del 17 e 18 dicembre con riserva da un'ordinanza Tar del Lazio. Sarà poi la decisione sul merito a dirimere definitivamente la questione.
LA SITUAZIONE «Il ricorso», spiega il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi, «era stato presentato da 340 aspiranti in tutta Italia difesi in giudizio dalla nostra associazione». Insomma, anche per loro via libera alle prove preselettive: «Considerato che il Tar si esprimerà il 10 gennaio», dice Diana Barrui, responsabile del Codacons per Sardegna e Liguria, «i quattro candidati sono stati ammessi con riserva perché le prove si terranno il 17 e il 18 dicembre in attesa del giudizio di merito». Sempre secondo l'associazione dei consumatori, tutti coloro che invece non hanno presentato la domanda per partecipare al concorso possono inoltrare ricorso al Capo dello Stato entro il 23 gennaio 2013.
I PRECARI Fin qui l'ultima scoppola per il cosiddetto “concorsone”. In fila davanti ai giudici dei Tar non ci sono solo insegnanti cui è stato negato di concorrere, ma anche precari, abilitati e da tre anni in lista d'attesa in regolari graduatorie, che ambiscono alla stabilizzazione: «Nei Tribunali di Cagliari, Tempio, Lanusei, Nuoro e Sassari», conclude Barrui, «abbiamo presentato 51 ricorsi di precari abilitati da tre anni che chiedono di passare di ruolo».
REAZIONI La Cisl, alla luce di questi nuovi accadimenti, per voce del responsabile regionale di settore Oriana Putzolu grida «al caos che sta investendo il mondo della scuola». L'esponente della segreteria sarda del sindacato di Bonanni ricorda: «È Napolitano ad affermare che, per la ripresa del Paese, occorre ripartire dalla conoscenza. Invece questo concorso rischia di restare un'illusione per i precari della scuola. Anche il ricorso dei quattro sardi testimonia la confusione che c'è attorno alla scuola: non si affrontano i temi veri, lasciando la qualità dell'istruzione con deficit nella qualità didattica e percentuali di dispersione catastrofiche». Putzolu ne ha anche contro la Regione: «Manca la legge di riforma e compete alla Regione presentare il piano dell'offerta formativa», conclude. «Non ci risulta sia stato fatto».
L'AFFONDO Chi parla apertamente di profili di incostituzionalità del “concorsone” è Peppino Loddo, segretario regionale della Cgil scuola: «Tutto il personale di ruolo è stato tagliato fuori: chi vuole cambiare grado di insegnamento o classe di concorso non può farlo perché la selezione lo esclude. Nessuno può essere tagliato fuori dalle selezioni senza requisiti ragionevoli, come l'insussistenza dei titoli. Il problema è che ci sono anche altri requisiti legati al possesso dei titoli: bisogna aver preso la laurea entro il 2001. Perché? Questi sono chiaramente elementi da aule giudiziarie». Ancora: «Non è un concorso per giovani ma per vecchi: solo chi è nelle graduatorie permanenti può partecipare». E in Sardegna? «Alcune classi di concorso non esistono, chi insegna greco, ad esempio, deve emigrare», conclude Loddo. «Poi non è detto che ci siano le immissioni in ruolo: è una selezione previsionale. Ricordiamo che siamo in periodo di tagli».

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